Un innocente in carcere: una storia che si ripete all’infinito e che di recente ha interessato un giovane immigrato, in cella per 4 mesi per via di un errore con i codici identificativi. Si tratta di una stringa alfanumerica assegnata dai reparti scientifici delle forze dell’ordine al fotosegnalamento e alle impronte digitali di uno straniero. Da lì in poi, dunque, viene utilizzato per riconoscere i presunti criminali. Non mancano, però, disfunzioni nell’abbinamento del codice. A Milano, per due volte, due cittadini stranieri regolari sono stati arrestati per sbaglio in esecuzione di condanne definitive. 



Uno scambio di persona, dunque, a causa di identiche generalità e date di nascita. È capitato così che un immigrato, bangladese, è stato in carcere per quasi 4 mesi da innocente. Nel ristorante dove ha un contratto di lavoro regolare, il 35enne del Bangladesh è stato portato via di forza per un ordine dei pm. La pena? 3 anni per rissa aggravata (con morto) nel 2020. La famiglia, dall’altra parte del mondo, ha così contattato un’avvocatessa, Francesca Nosetti, che grazie ad un minuzioso lavoro è riuscita a risalire al cartellino contenuto nel fascicolo processuale, dove la foto dell’imputato non è quella del suo assistito.



Scambio di persona: l’incredibile storia dell’immigrato del Bangladesh

L’avvocatessa Nosetti, scelta dalla famiglia per difendere l’uomo immigrato 35enne accusato di rissa aggravata a causa di uno scambio di persona, è riuscita a ottenere dal Dap-Ministero della Giustizia la risposta attesa: il suo assistito non era mai stato precedentemente in carcere per 11 mesi in custodia cautelare, come invece accaduto al condannato vero. Come spiega il Corriere della Sera, la legale ha argomentato davanti alla Procura il 24 gennaio 2024 ottenendo la scarcerazione del suo assistito. 

Ma cosa è successo e perché è avvenuto uno scambio di persona? È probabile che uno dei fermati per la rissa nel 2020, irregolare, avesse dato dopo la custodia cautelare generalità e codice fiscale del connazionale, incarcerato senza motivo. Liberato, il bangladese non è potuto però tornare alla sua vita di sempre: ha infatti perso il lavoro perché il titolare del ristorante e i colleghi faticano a credere alla storia dell’errore giudiziario, nonostante le prove. Non è l’unico errore a Milano: un 53enne cinese in procinto di volare da Malpensa è stato arrestato per 1 un anno e 4 mesi per ricettazione di telefonini contraffatti con una società di Milano nel 2013. Anche in questo caso, uno scambio di persona: l’uomo, infatti, è in Italia dal 2016.