Immigrazione irregolare in Italia: il fenomeno e le sue connessioni con la sicurezza nazionale
L’Intelligence italiana ha pubblicato il rapporto annuale, riferito al 2023, sulla politica dell’informazione per la sicurezza, che analizza le varie minacce che gravano sul mondo e, soprattutto, sull’Italia, tra guerre, immigrazione irregolare, terrorismo e geopolitica. Con particolare riferimento alla crisi migratoria, gli 007 evidenziano che il fenomeno è esploso nella seconda metà del ‘900, per poi inasprirsi ulteriormente tra il ’95 e il 2020, aumentando ancora nel 2023.
L’immigrazione irregolare, evidenzia il rapporto, seppur in certi casi sia utile “nello sviluppo e nell’evoluzione delle società”, diventa un potenziale rischio se i flussi sono “incontrollati” e violano “le norme previste”. Tra i principali rischi, emergono “forti difficoltà nell’accoglienza e nell’integrazione” con un possibile impatto anche “nel medio/lungo periodo sulla tenuta sociale“, oltre a rischi connessi all’eventuale veicolo, attraverso i flussi, di “minacce alla sicurezza nazionale”. Con riferimento specifico all’Italia, l’immigrazione irregolare rappresenta un pericolo soprattutto per il coinvolgimento attivo di “gruppi criminali, talvolta veri e propri network internazionali, e singoli facilitatori” che mirano, grazie ai flussi, ad ottenere “un ritorno economico, in spregio della loro incolumità, con rilevanti ripercussioni per il sistema nazionale di accoglienza”. Non solo, perché questo aumenta anche il rischio di “infiltrazione nei flussi irregolari da parte di soggetti legati all’estremismo“.
Dinamiche e Percorsi: Le principali rotte migratorie verso l’Italia e i rischi associati.
Secondo il report dell’Intelligence le rotte dell’immigrazione irregolare dirette verso l’Italia sono principalmente tre. La più ampia è sicuramente quella proveniente dal continente africano, da cui originano circa il 90% dei flussi, soprattutto “nel Sahel, nell’Africa occidentale e in alcuni Paesi dell’Asia meridionale”. Rilevante è anche la rotta del Mediterraneo orientale, con riferimento a Turchia e Libano, da cui transitano anche afghani, pakistani e siriani. Infine, vi è anche la rotta balcanica terrestre, nella quale la Turchia gioca un ruolo fondamentale, assieme a Serbia e Bosnia.
Su tutte e tre le rotte dell’immigrazione irregolare diretta verso l’Italia si rileva la presenza di vari e differenti gruppi e network criminali. Questi fanno leva sulle singole crisi economiche e sociali dei paesi d’origine, oltre che sulla disperazione dei locali, per offrire viaggi nella maggioranza dei casi rischiosi, e spesso fatali per i migranti. Singolare, secondo gli 007, la capacità di questi gruppi di adattarsi a problematiche e sfide sempre differenti, cambiando all’occorrenza le rotte dell’immigrazione irregolare, oltre a variare i proprio pacchetti per i viaggi, oppure sfruttando le singole occasioni locali per creare nuovi hub di partenza.
Come le organizzazioni criminali sfruttano l’immigrazione irregolare.
Lo sfruttamento dell’immigrazione irregolare da parte dei gruppi criminali si muove su diverse direttrici. I flussi migratori, infatti, costituiscono per i criminali una “significativa fonte di reddito” che si concilia anche abilmente ad altre attività, come “il trasporto di sostanze stupefacenti, tabacchi e carburante”. Inoltre, sono gli stessi gruppi, talvolta, a gestire la costruzione delle imbarcazioni e l’intermediazione tra scafisti e migranti, costituendo un ulteriore fonte di reddito non indifferente. Emerge, poi, nell’ultimo periodo riguardo all’immigrazione irregolare anche uno sfruttamento dei social network e delle tecnologie al fine di promuovere i viaggi, offrendo copertura per “’intera tratta dai Paesi di origine a quelli di destinazione”.
Immigrazione irregole: le politiche italiane di contenimento dei flussi e la necessaria risposta internazionale
Obbiettivo centrale dell’Intelligence riguardo ai rischi associati alla sicurezza nazionale per l’immigrazione irregolare, è la prevenzione di “possibili infiltrazioni di elementi estremisti“. Problema reso ancora più grave dal quadro internazionale aggravato dalle “recenti crisi”. Complessivamente, vi sono state alcune infiltrazioni rilevate, ma “non sono emerse evidenze di un utilizzo strutturato dei suddetti flussi per finalità di terrorismo”. Nonostante questo, però, la sorveglianza rimane attiva anche, e soprattutto, per il rischio “radicalizzazione rappresentato da soggetti ‘a rischio’ provenienti o transitanti da aree interessate dalla recrudescenza jihadista”.
Essendo quello dell’immigrazione irregolare un “fenomeno globale”, secondo il rapporto degli 007 è necessario affrontarlo e gestirlo “attraverso la cooperazione internazionale, in particolare per gli Stati di frontiera come l’Italia”. All’interno di questa logica si consigliano due direttive principali: “favorire l’azione di contrasto“, deincentivando i flussi illegali e favorendo quelli legali, ma anche aumentando “i rimpatri” e perseguendo “i network criminali”; e “arginare le cause scatenanti” dell’immigrazione irregolare con “politiche concrete di aiuto ai Paesi di origine per migliorare le condizioni di vita, lavorative e sociali”, disincentivando le spinte migratorie.