Svolta della Svezia in maniera di asilo: sono stati inaspriti i criteri per gli immigrati per motivi di lavoro. Molto è cambiato da quando l’ex primo ministro Fredrik Reinfeldt dichiarò nel 2014 durante la campagna elettorale: «Aprite i vostri cuori a tutti coloro che stanno fuggendo da noi per paura della loro vita». Ma all’epoca la Svezia aveva uno dei sistemi di asilo più “generosi” d’Europa. Le cose sono cambiate dal 2015, quando oltre 160mila persone hanno fatto richiesta d’asilo, come ricostruito da Welt. Il governo si è reso conto che la situazione stava sfuggendo di mano, quindi ha interrotto l’ammissione illimitata di rifugiati, muovendo i primi passi per abbandonare le leggi sull’asilo estremamente liberali e passare a una maggiore deterrenza.



Infatti, ha affrontato il fattore di “attrazione” decisivo, che consisteva nel concedere ai rifugiati un permesso di soggiorno permanente e il ricongiungimento familiare al momento del riconoscimento. Infatti, nel 2016 l’allora governo rosso-verde ha introdotto un regolamento che limitava i permessi di soggiorno a 3 anni. Inoltre, i richiedenti asilo devono dimostrare di essere in grado di sostenere finanziariamente i propri familiari per poterli raggiungere. Al netto dell’affitto, un richiedente asilo deve avere 500 euro al mese per i membri della famiglia e 300 euro per ogni bambino. Tutto ciò nel 2021 è diventato legge. Con la salita al potere della destra, la Svezia ha nuovamente rafforzato la sua politica migratoria, con l’obiettivo di accogliere il minor numero possibile di rifugiati.



IMMIGRAZIONE, LA SVOLTA DELLA SVEZIA

Mentre in Germania i fattori di attrazione sociale sono cresciuti, con la Corte costituzionale federale che ha stabilito come le prestazioni sociali per i richiedenti asilo debbano essere allo stesso livello di quelle dei cittadini, mentre prima valeva solo per i richiedenti asilo riconosciuti, la Svezia si è mossa diversamente. Nel Paese scandinavo, come riportato da Welt, le prestazioni statali sono ridotte a zero in caso di rifiuto e vengono finanziate solo le cure mediche necessarie. Inoltre, in Svezia i richiedenti asilo riconosciuti ricevono l’equivalente di circa 300 euro, hanno accesso al sistema sanitario e i costi del riscaldamento e dell’alloggio sono coperti in base alle necessità. I richiedenti asilo hanno diritto al sostegno per l’alloggio e il riscaldamento solo se svolgono un’attività lavorativa.



Ora il governo svedese è pronto a fare un passo avanti. Il giornale tedesco, infatti, segnala che la Svezia sta esaminando un sistema in cui i richiedenti asilo riconosciuti debbano prima qualificarsi per i sussidi sociali. Pertanto, il sussidio per l’alloggio, ad esempio, verrebbe erogato solo a coloro che dimostrano di voler contribuire al bene comune integrandosi gradualmente e cercando un lavoro. Infine, il 1° novembre sono stati raddoppiati anche i requisiti per gli immigrati per motivi di lavoro, quelli che entrano nel Paese tramite un visto anziché tramite il sistema di asilo: ora bisogna guadagnare circa 2.340 euro lordi per ottenere un permesso di lavoro.

LA PROPOSTA DELLA GRAN BRETAGNA

Su questa strada la Gran Bretagna, dove è in esame una proposta per aumentare la soglia salariale per i lavoratori qualificati. Dunque, i lavoratori stranieri dovranno avere uno stipendio superiore a 30mila sterline all’anno. La proposta non è stata ancora finalizzata, perché secondo il Telegraph è ancora in fase di valutazione. Non è chiaro se i piani includeranno restrizioni sul numero di operatori sanitari stranieri, attualmente pari a 120mila all’anno, e sui migranti che portano le loro famiglie nel Regno Unito.