L’immunità naturale di chi è guarito dal Covid dura di più di quella indotta dai vaccini: è quanto emerge da una raccolta di 246 articoli scientifici pubblicati in tutto il pianeta tra l’aprile 2020 e il luglio 2020 e riportata sul “Journal of Clinical Medicine”, con la firma di tredici studiosi italiani coordinati da Sara Diani, docente di Medicina integrata all’Università “Jean Monnet” di Padova. Inoltre, secondo le pubblicazioni, chi si reinfetta ha scarsissime probabilità di contrarre forme severe della malattia (0,06%, letalità quasi a zero) e per chi si vaccina dopo la guarigione cresce il rischio di effetti avversi detti sistemici post vaccino, fino al 50% in più rispetto a chi si immunizza senza essersi mai contagiato. Infine, gli effetti avversi locali sono più frequenti tra i guariti vaccinati.
Nella pubblicazione si legge che “l’immunità naturale e quella indotta dai vaccini possono entrambe essere utili a ridurre la mortalità/morbilità della malattia, ma esistono ancora molte polemiche”. Come riporta “Il Fatto Quotidiano”, l’articolo pubblicato dal Journal of Clinical Medicine “cita una trentina di studi sull’immunità naturale, condotti fin dal 2020 (e quindi anche prima delle vaccinazioni) su migliaia di persone negli Usa e nel Regno Unito, ma anche su milioni di svedesi. Senza entrare nei dettagli, documentano la presenza di anticorpi e memoria cellulare a distanza di otto, dodici, sedici, a volte perfino venti mesi dalla guarigione nella maggior parte dei pazienti. L’immunità vaccinale invece dura meno, comincia a ridursi dopo cinque o sette mesi e poi declina rapidamente”.
IMMUNITÀ NATURALE COVID DURA PIÙ DELLA PROTEZIONE OFFERTA DAI VACCINI
D’altro canto, che la protezione offerta dai vaccini contro il Coronavirus non sia così durevole lo si evidenzia dalla necessità di somministrazioni ripetute e raccomandate dalla scienza medica. Peraltro, citando ancora “Il Fatto Quotidiano”, i dati di Israele, dove le quarte dosi per gli over 60 sono iniziate a gennaio 2022, dicono che “le infezioni dopo 6 mesi si erano ridotte di circa il 50 per cento nel confronto tra chi ha fatto quattro dosi e chi si è fermato a tre”.
Una precisazione doverosa: gli studi sull’immunità naturale Covid presi in esame nell’articolo del Journal of Clinical Medicine si riferiscono in larga parte a dati del 2021, quando era dominante la variante Delta, meno trasmissibile ma più aggressiva della successiva Omicron, con la quale l’immunità naturale protegge meno dal Covid rispetto al passato, nell’ordine del 60 per cento secondo gli studi menzionati dai ricercatori italiani.