Durante la puntata di ieri del programma di Rete 4, Quarto Grado, ultimo appuntamento stagionale, è stata mandata in onda la confessione di Alessandro Impagnatiello, il barman di Senago che ha ucciso la fidanzata Giulia Tramontana, incinta al settimo mese. Il ragazzo, 30enne, ha spiegato di aver tentato di bruciare il corpo, una volta uccisa la giovane, invano. “Il corpo era bruciato nella parte centrale – ha spiegato Impagnatiello agli inquirenti, così come mostrato durante un servizio del talk condotto da Gianluigi Nuzzi – le ho dato fuoco con un accendino. Le fiamme, però, si sono spente da sole e non sono riuscito nell’intento di ridurre tutto in cenere”.



Durante la confessione dinanzi al Gip, Alessandro Impagnatiello ha aggiunto: “Ho portato il corpo in bagno, l’ho messo nella vasca e lì mi sono reso conto di averla uccisa“. A quel punto avrebbe tentato più volte di dare fuoco al cadavere, anche con della benzina, non riuscendo però nel suo intento di ridurre appunto il corpo della povera Alessandro Impagnatiello, e del bimbo di 7 mesi che portava in grembo, in cenere.



ALESSANDRO IMPAGNATIELLO: “ALLE 5 DEL MATTINO SONO ANDATO A LETTO…”

Ad un certo punto, evidentemente esausto, il barman avrebbe deciso di andare a letto: “Poi alle cinque del mattino, visto che il giorno dopo dovevo andare a lavorare, mi sono buttato a letto”. Incomprensibile pensare ad una persona che vada a letto con il cadavere della propria compagna in bagno, e che nel contempo vada a lavorare per cercare di mantenere un’apparenza normale di vita.

In ogni caso Alessandro Impagnatiello ha deciso di spostare il cadavere dall’abitazione al proprio garage, quindi di metterlo nel bagagliaio della propria auto, dove è rimasto per 24 ore, stando alla testimonianza dello stesso: “Alle 2.30 del mercoledì l’ho gettato nel luogo in cui è stato rinvenuto. Per un giorno sono andato in giro con il cadavere”.