Sulle pagine del quotidiano Libero Renato Farina, politico, opinionista e giornalista, ha commentato il recente (e terribile) caso di cronaca nera legato all’omicidio di Giulia Tramontano compiuto dal fidanzato e convivente Alessandro Impagnatiello, 30enne barman in provincia di Milano. Cinque giorni gli ci sono voluti a confessare l’omicidio, dopo aver denunciato la scomparsa terrorizzato di poter essere messo sotto indagine dagli inquirenti.
Poco dopo l’omicidio della fidanzata, Impagnatiello ha mandato un messaggi, tristemente lucido in merito alla condizione in cui si trovava, alla sua amante e collega nel bar in cui lavorava dicendole che “adesso finalmente sono libero“. La fidanzata, racconta Farina, “era ormai di troppo” e per Alessandro costituiva un problema, un fastidio, considerando anche che “nella pancia di lei [c’era] Thiago (..) che tra neanche due mesi avrebbe definitivamente legato le ali alle aspirazioni [di Impagnatiello] di volare libero, nel blu dipinto di blu”. Ma quello che è stato definito un raptus, per Farina in realtà nasconde una precisa volontà ed una decisione, già presa in precedenza dal barman, che aveva prima lasciato una ex con il figlio, e poi costretto l’amate ad abortire.
Farina: “Impagnatiello era l’unico a contare, nessun valore o affetto”
“Dopo aver avuto un bimbo”, racconta Farina parlando di Impagnatiello, “ancora piccolissimo, da una ragazza, aveva mollato entrambi per mettersi insieme a Giulia. Nel frattempo comincia la relazione con la ragazza americana. Si trova lì, con il cerino in mano, tra le sue due donne incinte. Che fare? Selezionare, scartare, tenere. Intanto fa abortire l’amante americana. Meno uno. Una catena in meno”.
Ma tutto per Impagnatiello sarebbe degenerato quando “le due si accorgono l’una dell’altra” e nella sua testa inizia a disegnarsi un piano per “risolvere l’intrico“. Sabato l’illuminazione, uccide Giulia con “due coltellate. Deposita il suo corpo di lei morta e quello di Thiago, ancora vivo dentro di lei, nella vasca da bagno. Versa alcol. Prova a bruciarla. Non funziona. Ci riprova. La carica sul suo Suv” e le abbandona in un fossato. Impagnatiello ha risolto il suo problema, “sono libero” pensa e dice, ma dopo “tre assassinati”. E per Farina la scelta dimostra come “la società si è fatta liquida, non c’è una roccia di ideali e affetti cui attaccarsi. Bisogna emergere, conto solo io, liberarmi da qualsiasi gioco, tenendo i piedi piantati nel mio io”.