Donald Trump è stato assolto nel processo di Impeachment che si è chiuso nella giornata di ieri. Alla fine l’ex presidente degli Stati Uniti è uscito “illeso” dopo le accuse nei suoi confronti a seguito dell’assalto a Capitol Hill dello scorso mese di gennaio. Solamente 7 Repubblicani hanno voltato le spalle al tycoon, e stando a quanto sottolinea IlFattoQuotidiano, si è trattato di un calcolo politico. Trump risulta infatti ancora molto popolare fra i militanti del proprio partito (ricordiamo che ha ottenuto 75 milioni di voti durante le elezioni tenutesi negli Usa lo scorso mese di novembre), di conseguenza nessuno ha voluto mettersi contro l’ex commander in chief.
Prova ne è quanto accaduto a Bill Cassidy, con il senatore “voltagabbana”, che è stato di fatto censurato da parte della commissione esecutiva del suo partito: “Condanniamo nei termini più duri il suo voto – hanno fatto sapere i Rep – fortunatamente menti più lucide hanno prevalso e Trump è stato assolto”. Cassidy aveva fatto sapere di aver votato contro il presidente Trump, e attraverso la propria pagina Twitter aveva aggiunto le sue motivazioni: “perché la nostra Costituzione e il nostro Paese sono più importanti di qualsiasi persona”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IMPEACHMENT, DONALD TRUMP ASSOLTO DAL SENATO USA: “E’ FINITA LA CACCIA ALLE STREGHE”
Donald Trump è stato assolto nel secondo processo di impeachment nei suoi confronti. Il voto sull’ex presidente degli Stati Uniti non era mai stato davvero in discussione, ma la giornata è stata comunque molto tesa. Trump era accusato di aver istigato l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio scorso. Sette repubblicani hanno votato contro Trump, ma non è bastato per la condanna. Si tratta però del numero più alto di defezione nel partito dell’imputato nella storia dell’impeachment. Il numero, come detto, è però insufficiente, perché erano necessari almeno 17 voti contro da parte dei senatori repubblicani per raggiungere la maggioranza qualificata richiesta. Ci sono stati, dunque, 57 voti a favore, 43 invece i no. Per la condanna, invece, erano necessari 67 voti, cioè i due terzi dei 100 senatori. Donald Trump è peraltro il primo presidente Usa che è stato processato due volte per impeachment. Se fosse stato condannato, sarebbe scattata poi una decisione sulla ineleggibilità. Invece con l’assoluzione può ripresentarsi alle elezioni tra quattro anni per provare a tornare alla Casa Bianca. «È finita la caccia alle streghe», il commento del tycoon.
IMPEACHMENT, TRUMP ASSOLTO: “VENDETTA POLITICA”
Già il voto di martedì scorso, il primo, aveva chiarito i rapporti di forza in Senato. Erano stati 56 i senatori, di cui solo 6 repubblicano, avevano votato sì, quindi che il processo fosse coerente con la Costituzione, sebbene Donald Trump abbia già lasciato la Casa Bianca. Da allora per due giorni gli esponenti dell’accusa alla Camera hanno esposto i fatti, avvalendosi anche di video e spiegando che l’allora presidente da «comandante in campo» si era trasformato in «istigatore in capo». Il capo dell’accusa, il democratico Jame Raskin, durante la presentazione degli argomenti conclusivi nel processo, aveva detto: «La storia vi ricorderà per come avete votato oggi». Invece la difesa dell’ex presidente Trump ha considerato «ingiusto» il processo per impeachment, definito un «atto di vendetta politica». Mitch McConnell, leader della minoranza repubblicana, aveva criticato pubblicamente Trump dopo l’assalto al Campidoglio, ma nelle ultime ore aveva fatto sapere che avrebbe votato per l’assoluzione. Nonostante ciò, ha lasciato intendere che Trump potrebbe essere chiamto a rispondere delle sue azioni dalle procure che sono a lavoro su diverse inchieste.