«Sono convinto che nella Chiesa cattolica esista un problema serio che è la pederastia: per evitare questa situazione, bisogna impedire l’accesso ai seminari e l’ordinazione sacerdotale a persone che hanno tendenze omosessuali»: a dirlo è il presidente del “Popolo della Famiglia” Mario Adinolfi, intervenuto ai microfoni di Radio Roma in merito al “Rapporto Sauvé” redatto da una commissione di inchiesta in Francia che nei giorni scorsi ha denunciato oltre 216mila casi di pedofilia negli ambienti ecclesiastici francese.

Il giornalista cattolico incalza sulla necessità di giungere ad una soluzione per i tanti, troppi casi nel mondo della Chiesa sul fronte pedofilia: secondo Adinolfi servono rigidi controlli all’origine delle ordinazioni dei giovani sacerdoti, «I numeri sono impressionanti ma anche scritti per impressionare: che ci siano stati casi di sacerdoti e cardinali che hanno avuto rapporti sessuali con ragazzini con tratti efebici, in età prepuberale, è innegabile al di fuori anche del caso specifico anche se poi, per entrare nel merito, bisognerebbe avere elementi più certi ed oggettivi su ogni singola vicenda per avere una reale e migliore consapevolezza del fenomeno. Ovviamente il contesto prettamente maschile del seminario, che è frequentato da ragazzi in età adolescenziale, è purtroppo un fattore cruciale».

COSA DICE IN MERITO IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

In Udienza Generale del mercoledì, è stato lo stesso Papa Francesco a parlare di profonda «vergogna» per quanto avvenuto in Francia e non solo: «Incoraggio i vescovi francesi e voi fratelli, superiori religiosi, a continuare a compiere tutti gli sforzi affinché drammi simili non si ripetano». Adinolfi in radio prova a “tradurre” l’invito della Chiesa a fare di più e meglio per prevenire il dramma della pedofilia: «La Chiesa Cattolica si è mossa già da anni: prima Papa Benedetto XVI e poi Papa Francesco hanno stabilito che le persone con tendenze omosessuali non possano intraprendere il percorso dell’ordinazione sacerdotale e non abbiano accesso alle strutture seminariali. La Chiesa fa bene ad affrontare questo fenomeno con un approccio molto duro al fine di evitare che possa ripetersi per debellare i problemi della pedofilia e della pederastia». In effetti il Catechismo della Chiesa, con il documento datato 2005Istruzione della Congregazione per l’Educazione Cattolica circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al Seminario e agli Ordini sacri” interviene a fondo sulle varie casistiche in merito all’ordinazione vocazionale di persone omosessuali: «Nel discernimento dell’idoneità all’Ordinazione, spetta al direttore spirituale un compito importante. Pur essendo vincolato dal segreto, egli rappresenta la Chiesa nel foro interno. Nei colloqui con il candidato, il direttore spirituale deve segnatamente ricordare le esigenze della Chiesa circa la castità sacerdotale e la maturità affettiva specifica del sacerdote, nonché aiutarlo a discernere se abbia le qualità necessarie. Egli ha l’obbligo di valutare tutte le qualità della personalità ed accertarsi che il candidato non presenti disturbi sessuali incompatibili col sacerdozio. Se un candidato pratica l’omosessualità o presenta tendenze omosessuali profondamente radicate, il suo direttore spirituale, così come il suo confessore, hanno il dovere di dissuaderlo, in coscienza, dal procedere verso l’Ordinazione». Quel documento di 9 pagine approvato da Papa Benedetto XVI è stato più volte confermato e appoggiato anche dal suo successore al Soglio Pontificio: nel 2018, parlando ai vescovi della Cei a porte chiuse durante la 71esima assemblea generale, Papa Francesco parlava così, «Occhio alle ammissioni ai seminari, occhi aperti» invitando i vescovi ad un «attento discernimento», aggiungendo infine «Se avete anche il minimo dubbio, è meglio non farli entrare».