L‘Occidente teme un attacco dalla Russia, da tempo ormai è scattato l’allarme della Nato in merito ad una possibile invasione di Putin verso uno dei paesi alleati, che secondo gli analisti potrebbe scattare già tra quattro o cinque anni. Ma secondo i dati relativi al commercio, soprattutto nel settore alimentare, l’invasione è già iniziata ampiamente. Con le esportazioni di prodotti, che dall’inizio della guerra sono aumentate arrivando a livelli da record. Uno studio condotto dal centro studi di economia agraria Divulga, ha rilevato che dal 2022, sono salite le vendite di grano duro a basso costo verso l’Italia, raggiungendo un picco di +1164%.
Mentre dall’Ucraina l’export è salito di +150%. Dal confronto quindi è evidente che tutto ciò stia contribuendo ad alimentare la rabbia degli agricoltori, che con la scusa del rischio aumento prezzi devono subire il dumping che i paesi extra Ue impongono, visto che il grano, proprio per questo motivo e ufficialmente come sostiene l’Ue: “Per aiutare i paesi più poveri“, non è tra i prodotti sanzionati. Ed oltre al grano duro, c’è stato un boom anche per le importazioni di olio di girasole che sono arrivate a +298%.
Studio Divulga: “In Italia invasione di grano duro a basso prezzo da Russia e Turchia”
Secondo lo studio effettuato da Divulga, in merito all’aumento delle importazioni di prodotti alimentari in Italia da paesi terzi, ai primi posti per il commercio di grano duro c’era fino al 2023, il Canada che ne importava la metà, cioè quasi 4 milioni di tonnellate. Ora c’è la Turchia che rappresenta il 37% di tutta la fornitura estera, mentre la Russia è al 31,4%. Questo fenomeno ha contribuito notevolmente ad un abbassamento dei prezzi, fino ad arrivare ad una cifra che è quasi sottocosto e che penalizza i nostri ceralicoltori, che sono costantemente soggetti ad una concorrenza sleale. E per i contadini italiani, i problemi non finiscono qui.
Perchè, come sottolinea lo studio, c’è da considerare anche l’aumento delle esportazioni di altri prodotti dall’Ucraina. Negli accordi di solidarietà con Kiev infatti sono state previste speciali condizioni per il commercio di merci alimentari. E questo ha favorito le vendite di grano tenero, orzo, soia, semi di girasole. E, a sorpresa, anche di carni avicole. Come scrive Divulga: “Ne sono arrivate più di 700.000 tonnellate solo nell’ultimo anno“.