Anche se il governo ha dovuto fronteggiare il problema del nodo sulle coperture, che ha messo in crisi la questione relativa alla cessione del credito per i bonus edilizi, oltre a mettere in bilico la riforma sulle pensioni 2023, con la legge delega e la riforma fiscale è stata formalizzata all’imposta sugli extraprofitti energetici.
Eppure dagli ultimi calcoli risulta che l’attuazione della suddetta imposta causerà un introito diminuito di 400 milioni di euro.
Il decreto bollette ha riscritto infatti il contributo temporaneo di solidarietà a carico dei produttori di energia e rivenditori.
Imposta sugli extraprofitti: ulteriore diminuzione di 404 milioni
Tutto questo è stato descritto nella relazione tecnica che accompagna il decreto 34/2023 e che produrrebbe una diminuzione per il 2023 di 404 milioni di euro. A ciò si aggiunge anche una riduzione delle risorse finanziarie stanziate con la legge di bilancio 2023 che ha messo a disposizione soltanto 524 milioni di euro per la proroga della riduzione del 5% dell’IVA sul gas metano e di 1,3 miliardi per finanziare i crediti di imposta a favore delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale.
La relazione tecnica al decreto bollette definisce il costo relativo al minor gettito degli importi aggredibili dal contributo straordinario calcolato in 404 milioni di euro per il 2023 e per cui sono stati considerati “i dati contenuti nelle dichiarazioni dei redditi società di capitali interessate dalla norma” per gli anni che vanno dal 2018 al 2021 e in questo modo sono state sterilizzate “le voci relative al reddito imponibile dai valori dei decrementi delle riserve in sospensione di imposta”.
Imposta sugli extraprofitti: il calo si somma ai precedenti
E dunque, dal momento che fino al 31 dicembre 2021 le riserve ammontavano a 5,1 miliardi di euro ed è stato utilizzato dal 2018 al 2021 un importo pari al 2%, e quindi quantificabile in 103 milioni di euro, possiamo ipotizzare che un utilizzo delle riserve del 30% coincida per effetto dell’intervento normativo con una riduzione della base imponibile del contributo pari a 1,6 miliardi di euro.
La manovra finanziaria di fine anno aveva già disposto un prelievo con l’aliquota al 50% da applicare al reddito complessivo relativo al periodo di imposta 2022 che ecceda del 10% rispetto alla media dei redditi delle società, conseguiti nei quattro periodi di imposta precedente al 2022. La riscrittura del sistema operata con la legge di bilancio prevedeva inoltre che il contributo per il 2023 sarebbe stato pari a 2,5 miliardi di euro. Ma la disposizione arrivava dopo l’incasso di 2,7 miliardi di euro contro le attese di 10 miliardi di gettito che furono registrate a novembre 2022 dopo le deludenti aspettative sugli extra profitti.
Ebbene con questa nuova analisi l’incasso già diminuito del 73% rispetto alle originarie aspettative crolla di altri 404 milioni di euro per il 2023.