Come sappiamo la Corte dei Conti ha registrato un crollo del 31,8% per quanto riguarda la riscossione nel periodo ultra ventennale che va dall’anno 2000 all’anno 2022. Ma recentemente l’Agenzia delle Entrate ha evidenziato anche che le probabilità di subire un controllo fiscale in Italia non supera il 4% e per alcuni settori come le costruzioni potrebbe arrivare al 6%.
Imposte e riscossione: il crollo e la ripresa della riscossione
Anche se il sistema della riscossione sembra fare acqua da tutte le parti, e anche se il minimo del riscosso è stato registrato proprio nell’ultimo triennio interessato dalla pandemia di covid 19, nel 2021 la percentuale del riscosso medio si attestava al 2% e adesso siamo già in risalita.
Come è stato evidenziato, invertire la tendenza sarà comunque difficile, ma segnali positivi sono stati registrati anche sulla base del rafforzamento dei meccanismi di controllo.
I contribuenti a cui si applicano gli indici di affidabilità fiscale sono stati 2,7 milioni nel 2019, un dato che se rapportato al numero dei controlli effettuati dall’amministrazione nel corso del 2022 sono stati 108.811 con una probabilità di essere assoggettati a verifica che in media non tocca valore superiori al 4%,, dato comunque raddoppiato rispetto all’anno precedente.
Il cambio di tendenza si registra soprattutto attraverso i dati ottenuti dall’analisi del riscosso del 2022 che, in relazione agli accertamenti effettuati ha comportato un incremento del 60,1% rispetto al biennio 2020/2021.
Imposte e riscossione: a quanto ammonta la riscossione per singoli enti
Dall’analisi dei controlli in rapporto ai contribuenti è possibile riscontrare che l’incidenza maggiore si registra sulle attività di riscossioni per il 5,5%, e per attività di intonacatura, rivestimento e tinteggiatura per il 4,9%.
La categoria dove vengono eseguite attività di controllo numericamente inferiori sono i soggetti che esercitano attività di locazione, valorizzazione e compravendita di immobili propri con 1,8%. Nella sfida delle attività professionali inoltre coloro che hanno più controlli sono i commercialisti e coloro che svolgono attività contabili e consulenze di lavoro che hanno un incidenza del 3,5% rispetto al 2,8 % rilevato sugli studi legali.
Il gettito dei controlli che comprende gli incassi dei ravvedimenti operosi attraverso attività istruttorie interne o esterne, di adesioni all’accertamento, coscienza, conciliazione giudiziarie, ruoli e altre modalità di definizione e tipologie di controllo, riporta valori in linea a quelli precedenti al covid che ammontano a 5,9 miliardi di euro. Al netto degli incassi della voluntary disclosure, la cifra citata è di 5,7 miliardi di euro per il 2018 e 6,7 miliardi per il 2019. Il riscosso del 2022 dunque, si pone in media tra questi due dati di annualità precedenti.
La riscossione che riguarda gli anni 2020 e il 2021, quelli cioè interessati dalla pandemia sono invece irrilevanti hanno visto introiti mai superiore a 3,7 miliardi di euro.