Marco Manca, imprenditore sardo di Ussana, è l’emblema di come la mancanza di coordinamento tra Stato centrale ed enti locali, a maggior ragione in un periodo difficile come questo, possa complicare maledettamente la vita di chi lavora, o quanto meno intenderebbe farlo. Il 38enne, titolare di un distributore di bibite e snack, ha ricevuto la scorsa primavera 1200 euro di aiuti da parte del governo, poi più nulla. Per quelli come lui, infatti, l’esecutivo non ha previsto alcun ristoro aggiuntivo visto che il suo distributore, in linea teorica, può restare sempre aperto. In pratica, però, non è così, perché il sindaco di Ussana ha emanato una nuova ordinanza anti-Covid in cui, paventando il rischio di assembramenti, è previsto che i distributori automatici restino chiusi dalle 18 alle 5 del mattino almeno sino al prossimo 4 dicembre. Intervistato da castedduonline.it, l’imprenditore non nasconde la sua amarezza: “Il Governo, per me, non prevede nessun ristoro. Faccio parte dei commercianti al dettaglio dei generi alimentari, perché le botteghe possono restare aperte anche dopo le 18 e io no? Ho fatto presente la mia situazione al Comune, mi hanno risposto che ora come ora non possono aiutarmi“.
IMPRENDITORE BEFFATO DA GOVERNO E COMUNE
Quella di Marco Manca non è una questione di puntiglio, ma la difficoltà di un imprenditore che ha bisogno di lavorare per mandare avanti una famiglia: “Non ho altri lavori, io e la mia compagna possiamo campare solo così“, dice. Il 38enne spiega che da quasi tre anni a questa parte quelle del distributore rappresentavano le sue uniche entrate: “Tenere fermi i macchinari per tante ore, soprattutto i distributori di caffè, cappuccini e tè solubili, porta le valvole a danneggiarsi prima del tempo. E sostituirle, naturalmente, costa. L’ultima bolletta della luce, poi, è di 462 euro, ora come ora non posso pagarla. Ho fatto un grosso sacrificio per riuscire a garantire uno degli ultimi affitti, quattrocento euro. In casa abbiamo due automobili, anche quelle hanno costi, come la benzina, e spese fisse“. Il bilancio è a dir poco negativo: “Anche nelle ultime settimane, dopo il coprifuoco delle 22, qualche infermiere o lavoratore notturno acquistava nel mio distributore. Ora, invece, zero guadagni. E, paragonando ottobre 2020 con ottobre 2019, ho incassato mille euro in meno“.