Da 116 giorni, l’imprenditore Marcello Di Finizio si trova in cima ad una gru a Trieste per protestare, a 70 metri di altezza. “Sono vittima della burocrazia, ho perso tutto. Ora voglio denunciare”, avrebbe tuonato l’uomo 54enne che proprio oggi compie gli anni. Dopo essere salito 116 giorni fa in cima alla struttura ha minacciato di non scendere fino a quando non otterrà l’ascolto richiesto. Ma cosa chiede e perchè Maurizio avrebbe deciso di mettere così a rischio la sua vita per una protesta? Come spiegato dall’inviato a Triste della trasmissione di Raiuno, Massimo circa 10 anni fa è stato costretto a chiudere la sua struttura balneare che aveva a Trieste perchè si è trovato in difficoltà dopo essere stata distrutta da due mareggiate. L’uomo aveva chiesto di ottenere un prestito alle banche per poter reinvestire nella stessa struttura e riparare ai danni subiti. Al tempo stesso però la sua concessione di utilizzo di quell’area era in scadenza e per via di problemi burocratici non ha più avuto l’elemento di garanzia che la banca chiedeva per il prestito, trovandosi così costretto a chiudere e a licenziare le 15 persone che lavoravano per lui. Da quel momento l’imprenditore ha subito alcune pesanti conseguenze tra cui il pignoramento della casa, trovandosi così a portare avanti una serie di iniziativa di protesta tra cui quella attuale, la più eclatante.



IMPRENDITORE SU GRU DA 116 GIORNI: PROTESTA CONTRO LA BUROCRAZIA

Marcello Di Finizio si è esposto pesantemente ma sul piano dei diritti umani, come denunciato dall’amico Vito in collegamento, le istituzioni non si sono mosse rimanendo passive di fronte al caso. “Marcello ha avuto delle promesse da parte delle istituzioni per avere una location alternativa”, ha spiegato l’amico. L’imprenditore Marcello si trova chiaramente su una struttura non sicura ed anche per questo la sua protesta viene monitorata dalle forze dell’ordine. In diverse circostanze, effettivamente, ha rischiato di cadere giù da un’altezza di svariate decine di metri. Adesso l’uomo chiede di essere ascoltato dalle istituzioni e da chi possa intervenire concretamente per dargli una mano a ricominciare a fare ciò che spera. Nella sua protesta ha accanto gli amici che ogni mattina tornano sotto la gru, come oggi. Lo scorso 5 settembre c’è stato un incontro con il prefetto per aprire un tavolo ed è stato chiesto l’annullamento della revoca della concessione ma “c’è stata sempre questa inerzia che non ha prodotto nulla”, ha spiegato un amico. “Dopo 116 giorni ora sta chiedendo l’intervento del ministro”, ha aggiunto, ribadendo il suo desiderio di poter essere presto ascoltato.

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