Antonio Palladino, imprenditore milanese oggi 72enne, è stato vittima di una serie di errori giudiziari che lo hanno portato a detenere un record di processi, arresti e condanne fino all’assoluzione arrivata soltanto adesso, dopo ben 42 anni. Il quotidiano Il Giornale ha raccontato l’assurda vicenda, pubblicando anche la testimonianza dell’uomo e del suo avvocato, che spiegano come negli anni i tribunali, le sentenze e le dichiarazioni di innocenza inascoltate possano segnare in maniera negativa sia il futuro che la vita stessa della persona che le subisce.



Era il 1982 quando Palladino viene arrestato per la prima volta con l’accusa di traffico di droga, dopo essere stato trovato in possesso di un grammo di cocaina che lui spiegò essere per uso personale in un periodo nel quale era anche gestore di diversi locali notturni. Tuttavia non solo la sua innocenza non viene confermata, ma la posizione peggiora dopo la testimonianza di due pentiti dalla svizzera a conferma della colpevolezza.



La storia di Antonio Palladino, imprenditore assolto dopo 42 anni di errori giudiziari

Per l’imprenditore la prima condanna fu di dieci anni, successivamente ridotta a tre di detenzione in carcere dopo i quali uscì per decorrenza dei termini. Nel 1987 la Cassazione annulla la sentenza per mancanza di prove ma da quel momento subentrano una serie di problemi che complicano tutto. Palladino infatti, non venne mai ufficialmente assolto per 42 anni a causa di vari inceppi nei meccanismi della giustizia tra cui errori di notifica, lentezze delle procedure e fascicoli persi. I processi si riaprivano senza mai concludersi con l’assoluzione, che arriva soltanto nel 2002 grazie alla prescrizione.



Nel 2020 però l’uomo è costretto a tornare in tribunale per questioni legate alla patente. Stavolta però intervengono gli avvocati a chiarire che l’assoluzione  per prescrizione dei termini è maturata sulla base di una contumacia che non c’era. Quindi solo dopo tutto questo tempo, la Corte ha riaperto il processo assolvendo l’imputato per merito. Palladino ha dichiarato: “Avevo una bella moglie, una bella macchina, due bambini piccoli, un lavoro avviato. All’improvviso mi ritrovai in cella. Mi hanno rovinato la vita“.