Il governo annuncia un decreto per portare i pagamenti della Pubblica amministrazione entro il limite dei 30 giorni, come previsto dalla direttiva Ue, ma intanto sui debiti pregressi (80 miliardi secondo Bankitalia) passa la patata bollente al prossimo esecutivo. È questo il succo di quanto accaduto a margine dell’ultimo Consiglio dei ministri che si è chiuso martedì notte. In quella sede, infatti, l’esecutivo del premier Monti ha deciso di abbandonare la strada di inserire nella Legge di stabilità la norma che prevede il limite di 30 giorni (con deroga prevista a 60 per Asl, ospedali e imprese pubbliche in casi particolari) sui pagamenti della Pa alle imprese e tra imprese (con la possibilità, in quest’ultimo caso di arrivare a 60 giorni qualora ci sia accordo tra le parti). Questa misura sarà invece contenuta in un nuovo dlgs da approvare entro fine ottobre per rispettare il termine di adeguamento che scade il 15 novembre imposto dall’Unione europea (direttiva Ue 2011/7). Nel testo verrà specificata anche la disciplina del ricorso agli interessi di mora e agli indennizzi per il recupero del credito. Quello che il nuovo dispositivo di legge non risolverà di certo è il debito che non verrà ripagato dallo Stato prima di 4 o 5 anni. Questo almeno stando a quanto ci ha spiegato Giuseppe Colangelo, professore di Economia applicata all’integrazione europea all’Università Cattolica di Milano, che abbiamo intervistato per fare chiarezza sui problemi che restano da risolvere.



Professore, il limite a 30 giorni per i pagamenti della Pa sembrava cosa quasi fatta, ma il Governo ha cambiato ancora una volta le carte in tavola. E i tempi stringono. Come mai?

Francamente non ho capito perché l’abbia fatto. Forse c’è qualche limite di natura giuridica che ci sfugge… E comunque l’obiettivo di portare i tempi di pagamento della Pubblica amministrazione alle imprese a 30 giorni è molto ambizioso. Pensi che ci sono casi, soprattutto nelle regioni del Sud Italia per quanto riguarda il Servizio sanitario, di pagamenti che avvengono a 500, 600, 800 e anche 1000 giorni! Che vuol dire fino a tre anni di ritardo.



Ma con la nuova legge cambierà tutto.

Chiaramente no. Perché il governo deve mettere a disposizione delle amministrazioni i mezzi giusti per fare i pagamenti nei tempi richiesti. I versamenti, infatti, devono sempre essere effettuati all’interno del perimetro istituzionale della Pa. E se lo Stato centrale non versa soldi alle regioni, per esempio, le regioni non possono far fronte alle loro spese. È una catena virtuosa che deve essere messa in atto nel complesso sistema della Pubblica amministrazione. Però la legge è un segnale di maggiore attenzione da parte del governo rispetto a quanto fatto dai precedenti esecutivi. Non mi attendo che immediatamente ci si adeguerà, ma mi attendo un sostanzioso miglioramento di tutta la Pa su questo fronte.



I tagli alle regioni saranno un problema?

Non necessariamente. L’importante è che il governo faccia seguire all’aspetto giuridico anche quello di gestione economica. Perché è il governo che deve provvedere al pagamento in tempo rapido e utile agli enti pubblici siano essi i ministeri piuttosto che gli enti locali.

Perciò c’è tutto un lavoro nascosto che spetta al Tesoro.

Se il Tesoro è il primo che ritarda è chiaro che, a catena, tutti faranno ritardo.

Passiamo ai pagamenti tra imprese. In un contesto economico che non lascia trasparire segnali di ripresa, le aziende già in ritardo non corrono il rischio di essere ulteriormente aggravate dagli interessi di mora?

Io vedo più che altro il positivo di questa norma che cercherà di far adeguare Pa e imprese al nuovo limite. Poi è indubbio che occorrerà un aggiustamento nel breve periodo. Ma se non si cambia nulla non si raggiungerà mai l’obiettivo preposto, a detrimento delle imprese, soprattutto di quelle che rischiano di fallire.

E cosa succede al debito pregresso di 80 miliardi della Pa? Verrà restituito?

Sono tanti soldi. La stima della Banca d’Italia è attendibile. Oltretutto è una cifra in continuo aumento (+8% dal 2010, ndr).  Ma la nuova legge si applicherà al futuro.

Sta dicendo che lo Stato non pagherà?

Sto dicendo che sono due cose distinte. Un conto è migliorare molto per il futuro ponendo il nuovo limite di 30 giorni. Un altro è concludere con i debiti pregressi in tempi non biblici. È un punto fondamentale quello di chiudere i debiti del passato, ma credo che assisteremo a una dilazione temporale, necessaria, dei pagamenti.

Gli imprenditori non vedranno nemmeno un euro prima della fine della legislatura?

Sulla restituzione degli 80 miliardi il governo mi sembra procedere con i piedi di piombo. E molto lentamente. Questo succede per ovvi problemi di bilancio. La restituzione degli 80 miliardi avverrà su più anni.

Quanti?

Almeno 4 o 5.

Non sarà compito di questo governo dunque, ma del prossimo.

Questo governo, al massimo, potrebbe ripagare una prima tranche, come del resto aveva già detto; ma si tratterebbe solo di qualche miliardo. Di più no.

 

(Matteo Rigamonti)

Leggi anche

IDEE ANTI-CRISI/ Debiti Pa, quei 37 mld veri per le imprese (senza ricorrere al Mes)SPILLO/ La "balla" di Renzi che pesa sulle imprese#LASVOLTABUONA/ Tasse e debiti Pa: ecco le "toppate"