Quello dei semilavorati, e più in generale del legno, non è un mercato per giovani. A meno che non sappiano scovare nicchie di valore aggiunto che consentano di rilanciare la produzione. Ne è convinto Fabio Simonella, fondatore nonché presidente di Sinco spa, società che opera in provincia di Pordenone dal 1996 e che si occupa tanto della produzione di semilavorati per mobili quanto di porte e pavimenti. Ma sono queste ultime le linee che gratificano maggiormente Simonella, mentre i semilavorati si fanno sottostando alle regole del B2b, accettando cioè il prezzo stabilito dal mercato. L’imprenditore, parlando con IlSussidiario.net si è anche lasciato scappare un grido d’allarme sull’operato dell’esecutivo Monti: «Fino a che il governo farà una politica solo ed esclusivamente di tasse, senza dare motivo ai cittadini di spendere, l’Italia non ripartirà», perché «il mercato è tutto bloccato».
Simonella, cosa fa la Sinco spa?
Noi produciamo semilavorati per il mobile (ante, profili, piani, fianchi…), ma anche prodotti finiti come porte e pavimenti. Da qualche anno poi ci occupiamo di contract per alberghi e altre realtà insieme ad alcuni partner.
Come è organizzata la produzione?
Ci sono quattro società: una per i pavimenti, una per le porte, una che segue i contract e una per la lavorazione. Ma alla fine si chiude come Sinco per la presentazione dei progetti.
E a chi vendete?
Vendiamo a falegnami, a produttori di cucine e di mobili. A loro diamo il materiale già selezionato. Mentre per quanto riguarda i pavimenti e le porte vendiamo il prodotto finito a rivenditori e imprese.
E all’estero?
All’estero vendiamo ancora poco, perché in questa direzione ci siamo mossi solo recentemente e solo a livello di contract, non di aziende. Sono le aziende infatti che danno lavoro continuo. Mentre con il contract va gestito quando capita e quando si riesce a chiuderlo.
Dove avete chiuso i contratti più importanti?
Negli Emirati Arabi, in Vietnam, Russia e Sud America. Anche Marocco. Si tratta prevalentemente di stanze d’albergo, porte, pavimenti, cucine per residence e armadi a muro. In questo caso, infatti, vendiamo il prodotto già finito. Noi ci occupiamo della prima lavorazione, poi esternalizziamo il resto della finitura, riportiamo il prodotto in azienda dove facciamo il controllo qualità e da lì esportiamo.
Come vede questo momento di crisi?
Fino a che il governo farà una politica solo ed esclusivamente di tasse, senza dare motivo ai cittadini di spendere, l’Italia non ripartirà. Anzi se andiamo avanti così… L’edilizia è in crisi e per noi è un brutto colpo: una volta infatti in Italia c’era sempre qualcuno che comprava e vendeva casa, ma ora il mercato è tutto bloccato. Perché il governo non dà possibilità alla gente di fare spese e investimenti. Anche chi ha la possibilità di investire qualche soldino, non lo fa.
Qualche idea?
Io ho proposto alla giunta di FederlegnoArredo di attivarsi insieme a Federalberghi per fare pressione sul governo al fine di accelerare gli sgravi fiscali sugli investimenti e il rinnovo delle camere degli alberghi. Così tutti fatturerebbero qualcosa. Un’altra misura da adottare sarebbe l’Iva agevolata anche per le cucine, gli armadi a muro e i bagni. Perché sono componenti che, una volta inseriti in casa, difficilmente verranno portati via. Per questo bisognerebbe portare l’Iva al 4% o al 10%.
Cosa suggerisce a un giovane imprenditore che vuole lanciarsi nel vostro settore?
In questo momento non ci sono le condizioni, perché non c’è lo sviluppo. Tutti sperano che qualcuno chiuda per lasciare più spazio agli altri. Oggi le uniche possibilità di sviluppo sono sulle produzioni ad alta tecnologia o di evoluzione molto veloce, ma il legno è un settore molto tradizionale. Ed è difficile che ci sia la capacità di innovare.
Voi dove avete il maggiore valore aggiunto?
Sul prodotto finito: porte e pavimenti. Il resto è business to business dove sei costretto a sottostare alle leggi di mercato.
(Matteo Rigamonti)