Continua innovazione e flessibilità rispetto alle esigenze dei clienti. Sono i due segreti delle cucine Cesar, che nascono a Pramaggiore in provincia di Venezia, ma hanno conquistato il mercato internazionale tra cui la Russia. Una delle prime aziende italiane a produrre le cucine “all’americana”, cioè componibili, fin dagli esordi Cesar ha avuto la versatilità nel suo Dna. Ed è questo il motivo per cui si è specializzata nella produzione “just in time”. Ilsussidiario.net ha intervistato Dante Cester, presidente dell’azienda, presente a I Saloni WorldWide che si sono tenuti a Mosca.
Com’è nata la sua azienda?
Cesar è nata nel 1969, come azienda familiare fondata da mio padre dopo una lunga permanenza all’estero come emigrante. Inizialmente era un piccolo laboratorio di falegnameria a Oderzo, in provincia di Treviso. Dopo quattro anni di esperienza nel settore dei serramenti, ha iniziato a produrre cucine. Nei primi anni ‘70 andavano di moda i classici buffet, le credenze in cui si tenevano i cibi, quindi ci siamo concentrati sulle cucine “all’americana”.
In che modo Cesar si è sviluppata negli anni successivi?
Fino ai primi anni ’80 la nostra è rimasta un’azienda familiare gestita da un unico titolare. A metà degli anni ’80 anche mia sorella Gina, amministratore delegato, ed io abbiamo iniziato a lavorare nell’impresa trasformandola da artigianale a industriale. Ci siamo specializzati quindi nella gestione terziarizzata, passando dalla fase in cui tutto si realizzava internamente, all’acquisto dei componenti finiti. L’azienda da falegnameria è diventata un’impresa industriale, con sistemi di produzione informatizzati. Nella seconda metà degli anni ’90 abbiamo adottato la produzione “just in time”, che ha cambiato ulteriormente il sistema produttivo.
In che modo?
Le nuove esigenze del mercato hanno portato le aziende a dover individuare un determinato segmento in cui specializzarsi. Noi abbiamo deciso di dedicarci alla progettazione e al design, un settore cioè in cui la personalizzazione la fa da padrone. Abbiamo valutato che soprattutto il mercato italiano fosse particolarmente attento alla personalizzazione del prodotto, e quindi abbiamo cercato di adattare l’azienda al consumatore. Lo si è potuto fare attraverso l’informatizzazione del processo industriale, la terziarizzazione e il coinvolgimento dei partner strategici per quanto riguarda la costruzione dei componenti. A tutto ciò si è accompagnata una grande attenzione alla cultura del brand, al consumatore e alla comunicazione.
Per quale motivo avete puntato sulla terziarizzazione?
Un’azienda come la nostra per fare ricerca, innovazione ed essere sempre propositiva sul mercato, deve poter contare su un network di subfornitura all’altezza della situazione, quindi con un’alta capacità di innovazione, professionale e qualitativa. Solo così si può avere successo. Negli anni abbiamo coltivato partnership con consulenti e fornitori qualificati, che ci consentono di dedicarci a una continua ricerca e innovazione, che sviluppiamo in azienda ma che deve poi essere gestita e realizzata. E’ possibile lavorare a un’innumerevole quantità di materiali e forniture, come stiamo facendo noi, solamente attraverso l’appoggio di professionalità altamente specializzate.
Qual è la vostra strategia per affrontare il mercato russo?
Noi siamo nel mercato russo da circa una decina d’anni. Come quasi tutte le aziende italiane presenti a Mosca, siamo arrivati anni fa con l’idea che i nostri clienti desiderassero soprattutto conoscere i prodotti del Made in Italy. Invece, lavorando fianco a fianco con i nostri distributori e responsabili commerciali, abbiamo capito che se volevamo avere appeal sul mercato, era necessaria una grande attenzione allo stile di vita russo che è diverso da quello italiano. Il nostro gusto per il design è sicuramente rinomato e apprezzato, ma in Russia abbiamo dovuto accettare dei compromessi.
In che senso?
Nel senso che abbiamo realizzato dei prodotti più vicini allo stile di vita e alla sensibilità estetica dei russi. Delle cucine (come Elite ed Etoile) più classiche e decorate, che abbiamo creato esplicitamente per questo mercato.
(Pietro Vernizzi)