Tutta un’altra mano. Tutta italiana. E’ questa la filosofia di Nicoline, piccola sartoria italiana di Altamura, in provincia di Bari, nel cuore del distretto dell’imbottito. Candide sedute in pelle moderne o dalle linee più classiche, ma anche poltroncine e letti, sono il punto forte di quest’azienda nata nel 1992 da un’intuizione dell’attuale amministratore delegato, Nicola Palasciano. Ci sono però oltre settant’anni di storia alle spalle di Nicoline: tre generazioni di piccoli artigiani che hanno tramandato e sviluppato i segreti di un’arte sartoriale del salotto, che rappresenta oggi il segno distintivo capace di fare dei divani targati Nicoline qualcosa di unico e irripetibile. Negli anni sono cambiate le tecnologie, le forme, i bisogni della gente. L’azienda è cresciuta piano piano, ha portato i propri prodotti in alcuni selezionati show-room in tutto il mondo, ma è rimasta sempre fedele alla propria identità: una piccola sartoria del salotto. Una caratteristica che ha decretato il grande successo ai Saloni Worldwide di Mosca che si sono da poco conclusi. Abbiamo contattato per IlSussidiario.net, Nicola Palasciano, fondatore e amministratore delegato di Nicoline.



Come è iniziata l’avventura di Nicoline?

La passione per il mio lavoro è iniziata quando avevo nove anni e, mio padre e molti dei miei parenti, producevano sedute per Natuzzi. Ho imparato il mestiere e nel 1989 ho deciso si licenziarmi e di lavorare come terzista per un’altra azienda: un’esperieza che è durata per alcuni anni. Nel 1996, dopo oltre vent’anni di esperienza maturata prima nelle botteghe artigiane del settore, poi in aziende di imbottiti già affermate , ho messo a frutto tutte le mie conoscenze per creare ed esportare divani prodotti da un’azienda tutta mia che coprisse il mercato del Sud Italia: Calabria, Sicilia, e Basilicata.



La sua azienda è situata in nel distretto molto particolare, famoso in tutto il mondo.

E’ stato creato una trentina di anni fa da Divani Natuzzi e non credo che esista da nessuna parte un polo più esteso. Sino a cinque o sei anni si contavano più di cinquecento aziende che lavoravano in questo settore.

Il distretto è un’eccellenza italiana e portatore di un’economia florida. Negli ultimi anni, avete sentito gli effetti negativi della crisi economica?

Purtroppo sì. Neanche un “isola felice” come il polo dell’imbottito è rimasto immune dalla crisi. Ci sono, però, altri motivi che stanno mettendo in crisi il settore. Molte aziende per rendersi più competitive, tentano di abbassare i costi portando la produzione all’estero, soprattutto, nei paesi dell’est, dove la manodopera ha un costo davvero irrisorio. Questo ha contribuito parecchio ad aggravare gli effetti della crisi che sentiamo in maniera più pesante.



 

La Nicoline, invece, rimane fedele al territorio?

 

Certamente. L’intera produzione, dal primo all’ultimo tassello è fissa ad Altamura, nella nostra sede di 9.000 metri quadrati: pensi che sino al 2005 producevamo ancora nello storico laboratorio che abbiamo dovuto abbandonare per motivi di spazio. Tutte le nostre sedute sono, quindi, un prodotto 100% Made in Italy.

 

Su quali mercati vi affacciate?

 

Esportiamo prevalentemente nei Paesi del Nord- Est Europa come Russia, Polonia e Ucraina ma anche in Cina. Non abbiamo grandi numeri, facciamo 120mila sedute all’anno, ma possiamo vantarci di un prodotto interamente fatto in Italia.

 

Cosa piace a questi mercati del Made In Italy. Perchè è così apprezzato?

 

Prima di tutto perchè prima di comprare fanno in modo di accertarsi, o attraverso indagini o visitando i laboratori di persona, che l’azienda operi e produca realmente in Italia. Purtroppo, molti mercati esteri sono invasi da prodotti a marchio Made in Italy, ma  prodotti altrove. Il problema dei controlli rende meno competitive le aziende e avvelena il mercato: i singoli governi in accordo con l’Unione Europea dovrebbero adottare controlli incrociati e sanzionare chi viola le regole basilari della concorrenza. Non siamo sufficientemente protetti: le nostre uniche garanzie sono la parola data e la serietà con cui lavoriamo.

 

Ricevete richieste o ordini fuori catalogo e su misura?

 

Certo, possono variare le stoffe sui vari modelli o le misure. E’ un lavoro che, seppure basato su ritmi industriali, ricorre sempre all’artigianalità: il divano si crea a mano con una cucitura fatta a regola d’arte e con tanta passione. Ogni seduta ha la sua “personalità”. Posso dire di avere la fortuna di lavorare con un gruppo fidato di bravissimi artigiani che la pensano come me. Sono persone entusiaste che accompagnano la realizzazione di ogni modello con il sorriso, anche quando si lavora di notte pur di rispettare una consegna.  

Leggi anche

SCENARIO PIL/ Dall'export al turismo, ecco i danni della burocrazia alla nostra economiaSCENARIO PIL/ "I numeri dell'export frenano la crescita italiana"CAOS MAR ROSSO, QUANTO CI COSTA?/ "A rischio la ripresa dell'export, a rischio l'8,7% del made in Italy"