La bozza della Legge di stabilità, pur dopo importanti aggiustamenti, mantiene ancora un impianto troppo depressivo, aggravato da altri provvedimenti: (a) la proposta di aumentare l’Iva “generalista” dal 21% al 22%; (b) il progetto di caricare sulle transazioni finanziarie una tassa, la Tobin Tax; (c) la revisione al rialzo dei valori catastali.



Il Governo sottovaluta l’impatto dell’aumento della tassazione indiretta sui beni di consumo. Finora, per sua stessa ammissione, ha sbagliato per difetto i calcoli delle conseguenze negative sia generali, sia settoriali dell’aumento dei carichi fiscali. Questa volta non vede l’aspetto “marginalista” dell’impatto stesso. Per semplificare, pensate a un vaso di materiale leggerissimo: regge la prima goccia, la cinquantesima, per dire, non rompe il contenitore, ma la centesima lo fa. Siamo alla centesima goccia: anche pochi euro di costi in più per le famiglie, anche uno 0,3% di Pil in meno per contrazione del mercato interno produrrà, su un sistema al limite delle capacità di tolleranza, effetti negativi moltiplicati, anche psicologici, fino al punto da temere l’avvio della cosiddetta “spirale depressiva”: fallimenti di imprese a catena, negozi che chiudono, disoccupazione in aumento che poi ne genera di ulteriore, appunto, a spirale.



La stessa valutazione può essere fatta per l’incremento eccessivo dei valori catastali che promette tasse patrimoniali crescenti, trasformando la proprietà di un immobile da fatto positivo per una famiglia a una condanna a vita, e nel presente deprime il mercato immobiliare che è uno dei tipici motori di crescita di un’economia.

Avvertire del pericolo costituito dalla tassazione delle transazioni finanziarie è cosa molto difficile, in poco spazio, perché implica la comprensione della catena di relazioni complesse che unisce il ciclo del capitale a quello industriale. Un’immagine a effetto, ma che ritengo corretta, è che il capitale finanziario vada visto come il sangue che irrora il corpo dell’economia reale. Se si riduce il flusso sanguigno è ovvio che parti del corpo vadano in necrosi o cancrena. La “Tobin Tax”, se applicata, avrà certamente l’effetto di deprimere la Borsa italiana e tutta una serie di prodotti finanziari che, alla fine, causeranno una riduzione del credito per famiglie e imprese.



Alternative migliori per raggiungere il pareggio di bilancio? Tagliare la spesa pubblica e non alzare le tasse. Ma dovreste dirlo voi lettori: il governo se ne infischia di queste analisi fino a che voi non le trasformerete in vox populi.

 

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