E’ l’azienda che più di ogni altra ha fatto dell’internazionalizzazione la sua vocazione. Modenese Gastone è un’impresa che realizza il 100% del suo fatturato all’estero, lavorando in modo artigianale a livello di arredamento per la casa e per i luoghi pubblici. I suoi prodotti, all’insegna dello stile veneziano, sono molto apprezzati in Est Europa, Paesi arabi e Cina. Merito di un design che vanta una lunga tradizione familiare, in quanto fin dal 1818 i Modenese svolgono la professione nel campo della falegnameria. Ilsussidiario.net ha intervistato Paride Modenese, manager di Modenese Gastone per il design e il marketing, nonché terza generazione dell’azienda.
In che modo vi siete evoluti da una piccola bottega a una società internazionale?
L’impresa Modenese Gastone è nata da mio nonno, che era un artigiano e nel Dopoguerra ha iniziato la sua produzione artigianale di mobili classici a Casale di Scodosia in provincia di Padova. Tutto è partito da una piccola bottega con tre dipendenti, poi con il tempo l’azienda si è evoluta esplorando i mercati esteri e puntando sull’internazionalizzazione già dagli anni ’80. Ci siamo rivolti soprattutto ai Paesi arabi e dal 1990 anche alla Russia.
Quindi siete stati dei pionieri nell’ex Unione Sovietica …
Esattamente. Con la caduta del muro di Berlino, mio padre ha iniziato a esportare il Made in Italy in legno massiccio di altissima gamma. A tutt’oggi, anche se l’azienda è diventata un’industria con 70 dipendenti, la produzione mantiene la sua impostazione artigianale. L’immagine del brand, la comunicazione e lo sviluppo delle nuove collezioni offrono un valore aggiunto, per non parlare della partecipazione a fiere internazionali come I Saloni WorldWide Mosca.
Per quale motivo avete scelto di focalizzarvi sul processo di internazionalizzazione?
E’ la vocazione che caratterizza tutti gli imprenditori italiani che si sentono fieri del prodotto Made in Italy e lo vogliono portare in tutto il mondo. L’aspetto che mi entusiasma di più del mio lavoro è proprio il fatto di viaggiare molto per esportare quella che è la nostra cultura, tradizione e produzione.
Che cosa consiglierebbe a un’azienda italiana che vuole lavorare in Russia?
Si tratta di un mercato diverso dal nostro, che non è certo semplice, né tantomeno per tutti. La nostra azienda ha deciso di investirvi da 22 anni, a differenza di tante altre che hanno provato a farlo senza avere successo. Di sicuro occorre avere dei buoni partner e contatti, ma anche il prodotto giusto che piaccia al mercato.
In che cosa il mercato russo è diverso dal nostro e per quali motivi non è semplice?
E’ diverso principalmente per il gusto nei confronti dei prodotti d’arredo, per quanto riguarda i colori, le finiture e il design. Noi lo chiamiamo scherzosamente un design “arrogante”, nel senso che nella cultura russa esiste anche questo elemento. Inoltre, è un mercato difficile perché entrare in Russia, che storicamente dal punto di vista commerciale è molto chiusa, necessita di una certa capacità di fare network, di lavorare con determinati contatti, di trovare i canali distributivi giusti, che sono molto diversi da quelli italiani.
In che senso è un mercato chiuso?
Esistono diversi problemi per le importazioni, i dazi doganali e la promozione del prodotto negli showroom o attraverso gli architetti. La nostra storia si è sempre basata sul barocco veneziano tipico delle nostre zone, che un tempo piaceva molto anche in Italia. La nostra campagna comunicativa è incentrata sull’icona di Venezia e sul tema ricorrente dell’italianità che entusiasma molto i russi. E’ quello su cui noi puntiamo, sia come prodotto sia come comunicazione.
In Italia invece quanto vendete?
Noi realizziamo il 100% del nostro fatturato all’estero. Nel 2009, dopo l’inizio della crisi abbiamo preso la decisione radicale di abbandonare completamente il mercato italiano, rifiutando tutte le richieste dei clienti del nostro Paese. Il mercato del Bel Paese è in grande sofferenza, come quello di tutti i Paesi in Nord America e Europa Occidentale. Il nostro prodotto in queste aree non è inoltre nemmeno particolarmente apprezzato. I mercati principali per noi sono invece la Russia, l’Ucraina e il resto dei Paesi ex sovietici e dell’Est Europa. Inoltre, esportiamo molto nei Paesi arabi, soprattutto in Qatar, e stiamo iniziando a entrare anche nel mercato cinese.
(Pietro Vernizzi)