Realizza paralumi artigianali basandosi sui modelli trovati nei mercatini dell’antiquariato, per poi rielaborarli con uno stile originale. Si tratta di Paralume Marina, l’azienda con sede a San Zeno di Cassola, in provincia di Vicenza, diretta dalla 61enne Marina Ferronato. I suoi lampadari si caratterizzano per la scelta compositiva di fondere i prodotti di Swarovski all’interno di strutture più complesse, tanto che Paralume Marina è arrivata a realizzare un lampadario lungo sette metri per collocarlo sopra un grande tavolo in una sala riunioni. Ilsussidiario.net ha intervistato Ferronato nel corso de I Saloni WorldWide che si sono tenuti a Mosca.



Come è nata Paralume Marina?

Ho iniziato a lavorare in una ditta di lampadari quando avevo 14 anni, insieme a quello che sarebbe diventato mio marito. Abbiamo compiuto un percorso di 20 anni come dipendenti, e nel 1987 abbiamo deciso di metterci in proprio. Un cliente importante, con sede nei Paesi Bassi, ci ha fatto un grosso ordine prima ancora che aprissimo. Per due anni ci ha garantito così il lavoro sicuro, finché nel 1989 abbiamo incominciato a partecipare al Macef insieme al consorzio Ceramiche Artistiche Bassanesi (Cab). Nel 2000 abbiamo lavorato per terzisti quali Grande Arredo e Assi D’Asolo, per i quali realizzavamo le lampade. Quindi in quello stesso anno abbiamo deciso di lasciare tutto e di partire da soli come Paralume Marina. La solidità della nostra azienda è merito anche dell’unità della mia famiglia. Ci lavorano infatti anche i miei due figli e le loro rispettive mogli.



Quali caratteristiche rendono unici i vostri lampadari?

Noi partiamo da lampade esistenti in antiquariato e le rivediamo a modo nostro. Visito tutti i mercatini in giro per il mondo, e modifichiamo le lampade con paralumi diversi e sistemi attuali. Quando anche i figli e le nuore sono entrati nell’azienda, io mi sono specializzata nei paralumi e loro sulle serie più contemporanee. Ai clienti piacciono entrambi gli stili, anche se noto che i russi continuano a preferire il classico.

Chi disegna le lampade?

Mia nuora realizza i prototipi sulla base delle nostre indicazioni. In questo modo riusciamo a coniugare la sua ottica che è moderna con la nostra che è classica. I nostri materiali sono l’ottone e il cristallo italiano di Swarovski. Sono stata la prima ad avere abbinato i colori nel paralume, con interni gialli, rossi e azzurri. In questo modo il colore è più morbido quando la luce è spenta e più intenso quando la luce è accesa, passando per esempio da bordeaux ad arancio. E così non ci si accontenta di illuminare una stanza buia, ma si crea un’atmosfera.



In che modo Swarovski entra nei vostri lampadari?

Noi dal 2000 abbiamo deciso di usare solo Swarovski. Partiamo dai loro nuovi prototipi e poi li saldiamo nei nostri lampadari. Noi ci mettiamo la tecnica compositiva, mentre lo stilista detta quella che è la tendenza del momento. Se, per esempio, presenta la linea grigia anche noi ci adeguiamo, e lo stesso per il rosa o per altri colori.

 

Un lampadario di cui va particolarmente fiera?

 

Quest’anno abbiamo realizzato un lampadario lungo sette metri sopra il tavolo di una sala riunioni. I pesi e i volumi per noi erano un vero record, tanto che lo abbiamo dovuto provare per una settimana con l’aiuto di mio figlio, che è ingegnere meccanico.

 

Quali eventi avete organizzato durante I Saloni WorldWide Mosca?

 

In collaborazione con Ampire, durante l’evento moscovita abbiamo invitato 100 designer e io ho realizzato un paralume cucito a mano davanti a loro. In contemporanea, mio figlio ha proiettato tutta la storia di Paralume Marina. La creatività insomma è decisiva in tutte le fasi del nostro lavoro: se le aziende italiane non vendono spesso è perché non ci mettono abbastanza del loro.

 

Oltre a I Saloni WorldWide e al Salone del Mobile, a quali altre fiere avete partecipato?

 

Per la prima volta abbiamo partecipato anche al Salone del Bagno, ed è stato un grande successo. Tutti gli accessori per il bagno, come lo scopino, il portacarte, il bastone per la tenda fino al lampadario, sono arredati con lo stesso stile. Diversi visitatori americani sono passati dal nostro stand, e tutti si sono complimentati.

 

In quali Paesi stranieri la vostra presenza è più consolidata?

 

Noi lavoriamo in tutti i Paesi dell’Est, tra cui la Russia ma anche l’Ucraina, la Lituania e l’Estonia.

 

Infine, quali sorprese ci preparate per il futuro?

 

La nostra prossima uscita saranno le maniglie artigianali in ottone, un prodotto che nel mercato non esiste in quanto si trovano solo quelle industriali.

 

(Pietro Vernizzi)

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