“Restare in Italia conviene” è il titolo dell’Assemblea Annuale dei Giovani Imprenditori di FederlegnoArredo, in programma domani, venerdì 23 novembre, nella Sala della Repubblica del Teatro Rossini, a Pesaro. L’evento prevede una prima parte intitolata “Sono qui grazie a me”, testimonianze di imprese guidate da giovani imprenditori, che racconteranno come hanno sfidato con successo il periodo di crisi che stiamo attraversando. «Fa parte del DNA di noi imprenditori – dice Filippo Antonelli, Presidente dei giovani imprenditori FederlegnoArredo, interpellato da ilsussidiario.net – poter contare su una buona dose di ottimismo e ho voglia di credere nel nostro Paese e nella forza delle nostre imprese». Un evento che vuole essere, dunque, un tentativo di aiuto concreto e di stimolo positivo per le aziende e le federazioni, e che proseguirà con una tavola rotonda composta da esponenti delle Federazioni del “bello e ben fatto” italiano, così da poter fortificare quelle sinergie già avviate e sempre più indispensabili nel panorama attuale.



Antonelli, perchè restare in Italia conviene?

Innanzitutto, perchè è un Paese bellissimo e ha una lunga storia legata al manifatturiero e, malgrado stia attraversando un momento difficile in tutti i settori industriali, si dimostra sempre generoso con le imprese che si dimostrano capaci di reinventarsi. La prima parte dell’evento in programma a Pesaro è dedicata proprio alle aziende guidate da giovani che hanno saputo trarre vantaggio nonostante il momento.



Ci può citare qualche caso di aziende che saranno presenti?

Sono tutte storie interessanti, cito il caso di Kube Design, che in origine era un’azienda che produceva imballi in cartone. Con molte idee e qualche investimento nei macchinari, ora costruisce mobili e arredi in cartone, portando questo materiale a prestazioni tecniche impensabili sino a qualche anno fa. Interverrà, poi, anche Redarche legata ad Ance, Associazione nazionale costruttori edili, che è composta da dipendenti under 30 che offrono servizi di facilities molto innovativi con uno spirito pionieristico.

Quali sono le qualità che deve possedere un giovane imprenditore che intende avviare un’azienda?



La risposta canonica dovrebbe essere coraggio, ma, visti i tempi, questa qualità sta arrivando al limite dell’incoscienza.

 

Come le associazioni di settore possono dare una mano in questo?

 

Parlo di FederlegnoArredo perchè ho esperienza diretta. Noi offriamo a un giovane imprenditore, che intende avviare un’azienda che si affaccia sul mercato, tutti gli strumenti per potersi informare e stare sul mercato accanto a imprese molto più grandi e navigate.

 

E le istituzioni?

 

Al convegno sarà presente Alessandro Fusacchia, il Consigliere del ministro dello Sviluppo Economico, che ha la delega alle start-up e all’imprenditoria giovanile, e che ci illustrerà tutti gli interventi pratici che ha messo in atto il Ministero in questo lasso di tempo per cercare di agevolare la categoria.

 

Molti lamentano un’eccessiva burocrazia nella fase di start-up e nel processo di gestione delle aziende. Lei cosa ne pensa?

 

Io sono uno di questi e il mio discorso introduttivo verterà proprio su questo argomento. L’esagerato fiscalismo, non solo per l’apertura ma anche per la normale gestione di un’azienda, è insostenibile e, francamente, inaccettabile con il periodo storico che stiamo vivendo. E se ci confrontiamo con gli altri Paesi, anche quelli a noi più vicini, il gap funzionale è elevatissimo.

 

Appurato che restare in Italia conviene, possiamo dire altrettanto sull’apertura verso i mercati esteri?

L’internazionalizzazione è necessaria per la sopravvivenza, perchè il nostro Paese, in questo periodo, non offre molti strumenti per poter sostenere la produttività a cui le nostre aziende sono abituate. Il problema comune a molte realtà è quello di non riuscire con l’export a sopperire al calo della domanda interna. La prima strada perchè questo avvenga è la ricerca della qualità e dell’innovazione perchè, a differenza, di quanto succedeva qualche anno fa, anche i produttori locali nei paesi esteri cominciavano ad avere una loro crescita professionale e di capacità. Quindi, è impensabile pensare di potersi affacciare a queste realtà se non si raggiunge un livello di qualità elevata.

 

Come affrontare al meglio questo momento di crisi?

 

La crisi è diffusa in tutti i settori e, quindi, poco controllabile. Dando un’occhiata alle nostre aziende penso che ci voglia più che tutto lungimiranza, nonostante le difficoltà, e mantenersi margini per investimenti. Questo è il solo modo per tentare di non subire la crisi.