Giorgio Squinzi ha fatto oggi il suo “debutto” ufficiale come Presidente di Confindustria durante l’assemblea annuale dell’associazione degli industriali. Nel suo discorso, Squinzi ha già annunciato la richiesta di un confronto con il Governo per una nuova politica industriale imperniata su quattro punti: riforma della Pubblica amministrazione, tagli alla spesa pubblica, riduzione della pressione fiscale e credito alle imprese.



Rispetto alla riforma della Pubblica amministrazione, Squinzi ha spiegato che si tratta della “madre di tutte le riforme”. Insieme alla semplificazione normativa può aiutare l’Italia a tornare a crescere. Nel suo intervento ha ricordato che uno dei motivi della bassa crescita del Paese è determinato soprattutto dalla difficoltà di fare impresa. Occorre quindi liberare i cittadini e le imprese dai vincoli opprimenti che ostacolano la libera iniziativa.



Squinzi ha poi strappato molti applausi alla platea quando ha detto che gli italiani stanno sopportando grandi sacrifici e” non capiscono perché l’azienda Stato non possa risparmiare”. Per questo occorre un impegno “serio, determinato e continuo per ridurre la spesa pubblica”. La spending review, su cui il Governo si è impegnato ad agire nominando il Supercommissario Enrico Bondi, non deve essere solo una “bella analisi dei tagli possibili. Servono tagli veri”.

Ma è senza dubbio sul fronte delle tasse che il nuovo presidente ha colto nel segno una delle “zavorre” che più pesano sugli industriali. Squinzi ha ricordato che in Italia la pressione fiscale reale complessiva è al 68,5%, contro il 52,8% della Svezia, il 46,7% della Germania e il 37,3% del Regno Unito. Numeri che suggeriscono un’urgente riforma del fisco. In questo senso, i proventi della lotta all’evasione fiscale dovrebbero essere usati, ha spiegato Squinzi, per ridurre la pressione fiscale “su chi produce ricchezza, ossia sul lavoro e sull’impresa”. Ovviamente è stata sollevata anche la richiesta al Governo di evitare di pensare “a nuovi balzelli e a tasse fantasiose che creerebbero solo incertezze e sfiducia”.



Per quel che riguarda il credito, Squinzi ha spiegato che la sua carenza e i suoi costi stanno determinando una situazione di emergenza, che sta soffocando il tessuto produttivo. Squinzi ha chiesto che i prestiti che le banche hanno ottenuto dalla Bce all’1% siano usati per finanziare gli investimenti e dare liquidità alle imprese a fronte dei ritardati pagamenti da parte della Pubblica amministrazione. I decreti approvati dal governo su questo tema, secondo Squinzi, vanno attuati al più presto. Inoltre, bisognerebbe utilizzare di più le grandi potenzialità della Cassa depositi e prestiti.

Squinzi nel suo intervento ha toccato anche il tema della riforma del lavoro, spiegando che “appare meno utile alla competitività del Paese e delle imprese di quanto avremmo voluto”.