La storia della Barigazzi F.lli Pallets di Mezzani, in provincia di Parma, inizia nel pieno boom economico degli anni ’60 e precisamente nel 1962 quando Gino, il capostipite, fondò l’azienda di famiglia. Inizialmente produceva imballaggi ortofrutticoli, ma sono bastati pochi anni perchè l’attività si convertisse nella produzione di pallets. Ora la Barigazzi è una realtà dai grandi numeri e ben consolidata sul territorio: si estende su un’area di 40.000 mq di cui 10.000 coperti, produce ogni anno un milione e mezzo di pallets, dai tipi a perdere 2 e 4 vie, a quelli colorati o marchiati a fuoco, ai box pallets, alle cornici, ai CP, ai pallets EUR certificati EPAL. «Mio nonno Gino – dice a IlSussidiario.net Emanuele Barigazzi – ha lasciato a mio padre, Nadio, e ai suoi fratelli la direzione dell’azienda: un cambio generazionale, ma anche di mentalità, che ha portato a parecchie innovazioni dal punto di vista tecnologico, rendendo l’azienda più efficiente, produttiva eautomatizzata».



Quali innovazioni avete apportato?

Siamo una delle poche aziende del settore che possiede una segheria che, fra l’altro, è stata modernizzata in vari passaggi e in più riprese: l’ultimo perfezionamento è stato apportato nel 2008 e ha permesso alla nostra azienda di vantare una delle segherie più efficienti sull’intero territorio italiano. Sono state, inoltre, portate molte migliorie a livello di automatizzazione per rendere la vita più facile agli operatori: in ultimo, abbiamo introdotto da un paio di anni robot antropomorfi per la produzione di pallets.



Da dove è venuta l’idea di un’innovazione così tecnologica?

Abbiamo preso spunto dall’industria automobilistica, la prima a utilizzare questo tipo di innovazione. Lentamente questa tecnologia si è standardizzata e si è diffusa così tanto da diventare abbordabile anche per un settore come il nostro: principalmente i robot sono utilizzati sia per il carico di tavole, sia per la movimentazione dei materiali.

Quanto è importante la certificazione per la vostra azienda?

La Barigazzi è certificata ISO 9000 da più di dieci anni e posso dire che siamo state una delle prime aziende del settore a introdurre questo tipo di certificazione: è un punto di partenza per poter sviluppare un tipo di lavoro attento alla qualità ed è uno step fondamentale per fidelizzare i nostri clienti che sanno di potersi appoggiare a una ditta di un certo livello. Inoltre, i nostri pallets e le nostre biomasse sono certificati PEFC, cioè provengono da foreste gestite in maniera sostenibile in quanto certificate in conformità ai 6 Criteri pan-europei, e anche questo è un “plus” richiesto da molti nostri clienti che hanno a cuore il rispetto per l’ambiente e la sostenibilità ambientale.



Quali sono i settori con cui vi confrontate?

Non abbiamo un settore di riferimento: il pallet può essere usato in vari campi: dal settore alimentare, alla chimica sino all’industria della ceramica. Ci rapportiamo solo con clienti italiani poiché il pallet è un prodotto “povero” e i costi di trasporto finiscono per incidere notevolmente rendendolo poco competitivo. Arrivano alcuni pallets dai paesi dell’est Europa, ma le condizioni in quell’area sono totalmente diverse dalle nostre: possiedono foreste per ricavare facilmente la materia prima, e il costo della mano d’opera è veramente basso.

 

Quali sono i mercati di riferimento per i vostri legnami?

 

Utilizziamo principalmente tronchi di origine italiana per la nostra segheria che produce circa il 60% del materiale che assembliamo. Per il resto, il nostro approvvigionamento fa riferimento a Germania e Austria per ciò che riguarda i semilavorati di conifera.

 

La Barigazzi è molto attiva in Federazione sulle normative internazionali. Ci può spiegare meglio i contorni del vostro impegno?

 

Siamo molto attenti alla normativa ISPM-15 della Fao che regolamenta i trattamenti da apportare sugli imballaggi in legno in modo tale da non trasportare con l’imballaggio anche parassiti nocivi che possano intaccare foreste di altri Continenti. La nostra azienda è molto sensibile su questo punto e lo avvertiamo come una responsabilità: ci teniamo a tutelare le foreste di casa nostra, ma anche quelle degli altri paesi.

 

La vostra azienda è situata in provincia di Parma: avete subìto danni dal recente terremoto?

 

Fortunatamente, la ditta non ha subìto nessun danno rilevante ma alcuni nostri clienti hanno registrato parecchi danni con conseguenti fermi di produzione, sospendendo qualche ordine in attesa che tutto ricominci a funzionare a pieno regime.