Giorgio Vittadini su queste colonne ricordava qualche giorno fa la necessità di rilanciare un welfare sussidiario e responsabile dove pubblico e privato e realtà no profit interagiscono partendo dal presupposto che per la realizzazione del bene comune si deve dare la priorità alle iniziative che nascono dal basso, dalle persone e dalle comunità. Per farlo, spiegava Vittadini, ci si deve affidare a realtà che operano con scopi ideali al livello più prossimo dei bisognosi. E’ proprio questo lo spirito che porta oggi e domani a Torino alla Piazza dei Mestieri la sesta manifestazione annuale della Fondazione Con il Sud.
Diverse centinaia di persone provenienti da tutt’Italia daranno vita a due giorni di incontri, laboratori e spettacoli; sarà l’occasione per parlare di scuola, formazione, economia civile, legalità, comunicazione sociale, ma soprattutto saranno due giorni di confronto e di condivisione tra decine di esperienze che operano tutti i giorni, attraverso associazioni e organizzazioni del terzo settore, per dare un contributo alla costruzione del bene comune partendo da un ideale; sono esperienze, spesso sconosciute, che rappresentano uno dei pilastri su cui si regge il nostro welfare e la stessa convivenza civile del paese.
Con queste esperienze dialogheranno personalità come Don Luigi Ciotti (Libera) e Andrea Olivero (Acli), rappresentanti delle istituzioni come il ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca, il sottosegretario all’istruzione Marco Rossi Doria, il vice presidente del Csm Michele Vietti, il sindaco di Torino Piero Fassino, docenti universitari e uomini del mondo delle Fondazioni come Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo ed ex presidente dell’Associazione di fondazioni e casse di risparmio (Acri), incarico ora assunto da Sergio Chiamparino, il presidente della Compagnia di San Paolo, anch’egli presente alla manifestazione.
Spiega Carlo Borgomeo presidente della Fondazione con il Sud, e vero motore dell’iniziativa, che “questi giorni nascono dalla convinzione che senza coesione sociale non può esserci sviluppo; essa è una condizione imprescindibile e non una conseguenza, qualcosa di cui occuparci solo in momenti di prosperità”.
Ma da dove nasce la coesione sociale, dove si attinge per affrontare le sfide, spesso dure, di questi nostri tempi? Non ci sono ricette magiche, l’unica possibilità è che la persona si metta in gioco, che impari a guardare e a giudicare la realtà per quel che essa è veramente. Occorre che recuperiamo la coscienza che ciò che ci costituisce è il rapporto con l’infinito, con il nostro desiderio che la vita non finisca nel nulla e che ciò che facciamo generi utilità per noi e per il mondo.
Tante delle storie che sentiremo in questi due giorni hanno la loro radice proprio in questo desiderio di totalità; In fondo esse testimoniano che la sfida più grande di fronte alla quale ci troviamo oggi è proprio la sfida educativa, perché solo uomini e donne educati ad affrontare con positività la realtà possono generare un bene per se e per tutti. La stessa capacità di generare valore in termini economici non dipende esclusivamente dalle competenze ed abilità; un ruolo fondamentale gioca infatti la scintilla che muove da sempre l’azione dell’uomo e che è rinvenibile nel suo desiderio di costruzione, di benessere, di giustizia, di verità e di bellezza. Altro che meccanicismo!
Proprio questo legame tra bellezza ed educazione ha portato la Fondazione per il Sud a scegliere come luogo dell’evento la Piazza dei Mestieri; un luogo emblematico di Torino, un ponte tra scuola e lavoro, dedicato allo sviluppo della creatività e dei talenti dei giovani, attraverso percorsi educativi che fanno loro riscoprire il grande valore del lavoro e in particolare del lavoro manuale.
Saranno anche due giorni di paragone tra sensibilità diverse e quindi l’occasione per superare la tentazione dell’autoreferenzialità sempre in agguato in ogni realizzazione umana e, paradossalmente, ancor più nella costruzione di opere sociali. Anche questa è una grande sfida perché dobbiamo aiutarci tutti a imparare e a far crescere la stima vicendevole.
Davanti a uno spettacolo impietoso che ci testimonia troppo spesso il decadimento di una classe politica e dirigente, davanti al cinismo senza speranza e senza responsabilità che spesso invade ciascuno di noi, ci è chiesto di essere leali e di metterci in gioco. La strada è lunga, i risultati verranno dopo tanto tempo, ma ogni scorciatoia è un illusione.