Le sue abitazioni in legno sono pensate in modo tale da non avere bisogno del riscaldamento tradizionale neppure nei mesi invernali più freddi. Le cosiddette “case passive” realizzate da BLM Domus, divisione del gruppo Bevilacqua, sono all’avanguardia sul fronte della sostenibilità ambientale. Ma soprattutto, coniugano il comfort e il benessere personale e familiare con la tutela dell’ambiente dalle emissioni serra. Ilsussidiario.net ha intervistato Marco Bevilacqua, direttore tecnico di BLM Domus.



Quali sono le origini della sua azienda?

Tutto è iniziato con una piccola carpenteria fondata da mio padre per produrre coperture in legno. Io sono subentrato nel 1994 e dopo un periodo di apprendistato mio padre è andato in pensione e io ho continuato al suo posto. Ho cercato di sviluppare il lato tecnologico dell’azienda: nel 2002 è arrivata la prima macchina a controllo numerico e da allora abbiamo sempre cercato di restare al passo con i tempi, cercando di avere sempre nuove tecnologie a disposizione per la costruzione.



Come vi siete evoluti nel tempo?

Dal 2007-2008 abbiamo iniziato a produrre edifici con struttura portante in legno e da allora ci occupiamo di ingegnerizzazione, taglio a controllo numerico, assemblaggio e posa. La nostra volontà era ed è quella di creare lavoro e utilizzare il più possibile l’indotto locale.

In che modo cercate di favorire l’indotto locale?

Oltre a dare lavoro alle nostre maestranze per la costruzione e la produzione in stabilimento, la fase di posa in cantiere e le successive fasi di finitura vengono affidate ad impiantisti e artigiani scelti tra aziende del posto. Dopo il terremoto dell’Aquila nel 2009 le case a struttura in legno sono state sdoganate a livello nazionale. Chi si avvicina per la prima volta a queste strutture ha un primo approccio con fornitori stranieri. A parte casi sporadici, fatta eccezione della provvigione spettante alla società di rappresentanza, tutto il lavoro è realizzato dal produttore estero, se non anche la posa in cantiere. La nostra idea è quindi quella di sfruttare al massimo l’indotto locale, promuovendo al massimo il made in italy. In questo modo è possibile coinvolgere molte più figure professionali, che operano attivamente nel mercato nazionale/locale, stimolando l’economia locale.



Che cosa sono le cosiddette “case passive”?

Le “case passive” sono il core-business di BLM Domus. Col termine di “casa passiva” s’intende un’abitazione che assicura il benessere termico senza o con una minima fonte energetica di riscaldamento interna all’edificio. La casa è chiamata “passiva” perché la somma degli apporti passivi di calore dell’irraggiamento solare trasmessi dalle finestre e il calore generato internamente all’edificio da elettrodomestici o dagli occupanti stessi, sono quasi sufficienti a compensare le perdite dell’involucro durante la stagione fredda. Sono edifici, nei quali è possibile avere il livello più alto di comfort ovvero una percentuale di ASHRAE classe A<6% di insoddisfatti, riscaldando e raffrescando con il solo impianto di ventilazione per il rinnovo d’aria igienico detto anche VMC e quindi senza impianti tradizionali quali radiatore o riscaldamento a pavimento. Abbiamo già realizzato alcuni edifici in standard passivo, tra cui il primo progetto pilota a Fagnano Olona, annualmente monitorato e perfettamente funzionante, fino ad arrivare all’ultimo progetto attualmente in fase di costruzione nel comune di Bollate.

 

In che senso all’inizio parlava dell’importanza che la vostra azienda dà alla tecnologia?

 

L’evoluzione tecnologia è la chiave del successo nel nostro settore, quello che ci contraddistingue dall’edilizia tradizionale. Negli ultimo 50 anni il settore immobiliare ha vissuto un’evoluzione stagnante dove la progettazione è stata pensata e studiata poco, lasciando l’onere della risoluzione delle varie problematiche tecnico/esecutive durante l’esecuzione dell’opera stessa. Il “nostro sistema costruttivo”, cioè quello della prefabbricazione, ci obbliga ad affrontare i problemi prima che questi lo diventino in una fase avanzata del cantiere. L’utilizzo del termine prefabbricazione non dev’essere frainteso, pensando ad un sistema costruttivo di basso livello o standardizzato: ne è la prova che la mia azienda non ha cataloghi di “case stampino”. BLM Domus lavora esclusivamente su progetto, collaborando e non castrando la creatività del progettista, esaltando la qualità costruttiva e rendendo il cantiere migliore da diversi punti di vista tra cui: tempistiche di cantiere molto brevi, conseguente riduzione degli oneri relativi alla sicurezza e garanzia per il committente di un costo certo. La filiera legno, che si parli di arredamento, di falegnamerie, carpenterie o produttori di case, non smette mai di evolversi. Dal grosso produttore al più piccolo artigiano ogni giorno è un giorno in più per trovare nuove soluzioni o creare prodotti alternativi e performanti.

 

(Pietro Vernizzi)