Nel corso di 40 anni di attività la Gallo Legnami SpA di Padova si è progressivamente ingrandita, fino a diventare una delle più importanti imprese nazionali nel settore del commercio di legname. Un approccio flessibile alle esigenze del mercato le ha permesso di dare risposte sempre più personalizzate ai bisogni dei clienti. Ilsussidiario.net ha intervistato il dottor Matteo Gallo, responsabile acquisti dell’azienda.



Di quali legnami si occupa la vostra impresa?

Ci occupiamo dell’importazione e commercio di legnami pregiati per uso all’ingrosso, come mobilifici e serramentisti. Importiamo da Stati Uniti, Scandinavia, Austria, Russia, Europa dell’Est,Asia e Africa Centrale. Tra le numerose specie legnose importate, dall’Europa arrivano sia latifoglie, sia conifere, come pino, abete e larice, dall’America l’Hemlock, il Douglas, il rovere, il frassino e il pioppo americano, dall’Africa l’Okumé, l’Iroko e i mogani.



Nel tempo come si è sviluppata la Gallo Legnami?

L’azienda è stata fondata nel 1968 da mio padre Paolo e mio zio Guido. Dieci anni fa mio zio ha lasciato l’impresa, e a dirigerla siamo rimasti io e mio padre. Siamo partiti con un magazzino di piccole dimensioni e ci siamo poi trasferiti nella zona industriale di Padova in un aerea molto più grande e strategica vicino alle uscite autostradali. Per fortuna ci siamo ingranditi prima della crisi, perché chi lo ha fatto durante la recessione, poi, è stato costretto a chiudere. Dal 2008 qualsiasi investimento o espansione sono stati bloccati, in quanto l’unico obiettivo era quello di risparmiare sui costi. Nel 2012 siamo tornati a investire sul personale e sugli agenti.



Per quale motivo avete deciso di investire anche in un momento difficile come quello attuale?

Perché la concorrenza è diventata sempre più spietata, c’è poco lavoro e il mercato ormai è globale. Non dobbiamo più competere solamente con aziende che si trovano a poca distanza dalla nostra sede, come avveniva ancora fino a qualche anno fa, ma ormai la nostra concorrenza è internazionale. Con Internet le informazioni circolano molto più facilmente per cui, quando un cliente ci chiede una quotazione invia la stessa richiesta anche a molte altre aziende e fornitori. La conseguenza è che lavorare è diventato molto più difficile, e se non investi nel personale e nei servizi che l’impresa può offrire al cliente, non riesci a sopravvivere perché devi sempre avere qualcosa in più che altri non hanno.

In che modo avete investito sul personale?

Abbiamo assunto personale specializzato e competente, che avesse esperienza in questo campo, prendendolo da altre aziende del settore. Abbiamo spinto sulle nuove zone di vendita, assumendo degli agenti che lavoravano già nel settore legno da anni.

 

In quali altri modi avete cercato di adattarvi alle esigenze della crisi?

 

Nell’ultimo anno ci siamo orientati sul legno lamellare per gli infissi delle finestre. Una volta si usava quasi sempre il legno massello, realizzato con delle tavole in legno segate. Ora invece è stato sostituito dal lamellare, che è un semilavorato composto da lamelle di legno incollate tra loro. Ci siamo organizzati proprio per realizzare e fornire questi prodotti su misura in base alle richieste specifiche del cliente.

 

Ciò che cosa ha comportato per quanto riguarda l’organizzazione dell’azienda?

 

Da un punto di vista gestionale, si tratta di un lavoro molto complicato, e ciò rappresenta un altro cambiamento attuato nell’ultimo anno per adeguarci alle nuove richieste del mercato. La clientela sta cambiando, in quanto un tempo si lavorava con pochi clienti di notevole dimensione, mentre oggi si lavora sempre di più su piccole quantità, e quindi bisogna accontentare il maggior numero di clienti possibili attraverso un servizio veloce e preciso.

 

Quali mezzi di trasporto privilegiate per trasportare legnami?

 

Arriva quasi tutto via nave, fino ai porti di Venezia e Livorno, e quindi è trasportato dal porto al magazzino con il camion. La merce europea viaggia invece quasi sempre su gomma, a differenza di quanto avveniva prima che le ferrovie dello stato smantellassero i binari in zona industriale, quando il treno ci arrivava fin dentro al capannone. Per noi tra ferro e gomma non c’è differenza di prezzo, anzi con il passare del tempo il trasporto su camion è diventato più economico.

 

(Pietro Vernizzi)