La sua azienda importa legname in Italia ed Europa Occidentale dall’intero emisfero settentrionale del mondo, e in particolare cura l’approvvigionamento di conifere austriache che rappresentano il 60% delle forniture nel nostro Paese. Ilsussidiario.net ha intervistato Roberto Tengg, titolare della ditta Agrifor International Srl, vicepresidente tecnico di FedecomLegno e capo della delegazione italiana nel comitato misto italo-austriaco.



Ci parli di come è nata la sua impresa …

Mio padre Stefano ha lavorato come agente internazionale del legno, operando in particolare in Italia per conto di case austriache, tedesche e jugoslave, finché si è ritirato nel 1966. Dopo la laurea all’Università Bocconi, ho rilevato la sua attività dandole il nome di ditta individuale Roberto Tengg, e aggiungendo nuove aree di produzione che potevano interessare il mercato italiano, tra cui in particolare Stati Uniti e Canada. Ho quindi allargato l’orizzonte delle fonti di approvvigionamento, anche perché allora l’Italia era in forte ripresa, e quindi c’erano un’intensa attività edilizia e una necessità di importazioni veramente notevole.



Come si è passati quindi dalla ditta Roberto Tengg alla Agrifor International?

Dopo circa 20 anni, in seguito alla morte di un mio collega, ho avuto la possibilità di rilevare una seconda società, la Agrifor Italia. Alcuni anni dopo ho deciso di fondere le due società in una terza, la Agrifor International. Abbiamo ulteriormente allargato le zone in cui operavamo, iniziando a importare in particolare da Russia e Scandinavia. Attraverso varie fasi abbiamo coperto il panorama delle produzioni mondiali, soprattutto per quanto riguarda il settore delle conifere: abete, pino, larice, oltre alle specie pregiate di Stati Uniti e Canada. Da allora siamo in grado di proporre al mercato italiano le specie legnose più interessanti provenienti dall’intero emisfero nord del mondo.



Ha sempre gestito la ditta completamente da solo?

Dal 1993 al 2003 all’interno di Agrifor International ho avuto un socio. In seguito abbiamo deciso di scindere le attività e lui ne ha costituita una nuova che si occupa tuttora di tutte le nostre ex rappresentate degli Stati Uniti e del Canada. La Agrifor International si è invece concentrata sulle produzioni europee di conifere, diventando la fonte di rifornimento del mercato italiano, oltre che di Austria e Germania e più in generale dell’Europa occidentale. Negli ultimi anni c’è stato uno sviluppo abbastanza consistente verso i Paesi Baltici come Estonia e verso Repubblica Ceca, Slovacchia e Russia.

Lei è a capo della delegazione italiana nel comitato misto italo-austriaco. Quanto sono rilevanti i rapporti tra questi due paesi nel settore legno?

Nel campo delle conifere tra il 57% e il 62% delle importazioni italiane proviene dall’Austria, e quindi i rapporti tra i due paesi richiedono un’attenzione particolare. La quota delle importazioni dall’Austria è rimasta stabile nel tempo da oltre 70-80 anni. Esistono grandi rapporti anche personali tra i produttori austriaci e gli importatori e distributori italiani, che si sono sempre più consolidati negli anni grazie alla vicinanza dell’Austria al mercato italiano, alla buona qualità dei loro prodotti e all’alta tecnologia produttiva del nostro vicino, che è ancora oggi al primo posto nel mondo.

 

Che fa sì che la tecnologia produttiva dell’Austria sia all’avanguardia?

 

Nel settore del legno è molto importante la modernità del macchinario e dell’equipaggiamento utilizzato per trasformare il tronco in segati. Negli ultimi 10-15 anni, inoltre, la tecnologia ha portato in particolare alla produzione di travi lamellari, del legname giuntato e del cosiddetto X-Lam, tutti prodotti che hanno pienamente convinto progettisti, architetti ed ingegneri a utilizzare il legno in campo strutturale.

 

In termini assoluti fino a che punto le importazioni dall’Austria risentono della crisi?

 

In valori assoluti c’è un calo del segato tradizionale vicino al 30% negli ultimi cinque anni, perché le conifere austriache sono utilizzate soprattutto per la realizzazione di nuovi cantieri edili. La nuova edilizia sta risentendo di una riduzione molto forte, condizionando quindi al ribasso le nostre importazioni di legname da opera, tecnologicamente meno avanzato. Mentre invece negli ultimi anni in Italia ha tenuto bene la ristrutturazione edilizia, tanto è vero che oggi gli investimenti in ristrutturazioni nel nostro Paese hanno ampiamente superato quelli della nuova edilizia abitativa, sia nel settore residenziale, sia in quello commerciale. Il risultato è che dal 2007 a oggi le importazioni di prodotti tecnologicamente più avanzati provenienti dall’Austria sono rimaste stabili ad alto livello.

 

(Pietro Vernizzi)