Riwega è un’azienda altoatesina che opera nel settore delle costruzioni in legno e offre un’ampia gamma di prodotti – schermi e membrane traspiranti e altri accessori – per la corretta ventilazione e impermeabilizzazione dei tetti. In 15 anni di attività è riuscita a diffondere nel mercato italiano e in quello internazionale l’importanza di un tetto coibentato e ventilato a regola d’arte, diventando leader del settore. Riwega si è inoltre specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti per il risparmio energetico degli edifici e per la sicurezza. A essa fanno capo due divisioni: Redbau, che si rivolge principalmente al mercato dell’edilizia con attrezzature per la sicurezza provvisoria, e Planus, specializzata in prodotti e attrezzature per tetti piani. Al Made Expo che si è appena concluso ilsussidiario.net ha incontrato Werner Rizzi, uno dei titolari dell’impresa, che, con una chiara visione del mercato, ci ha raccontato quali sono i futuri sviluppi dell’azienda. «Non è detto che non torneremo ai livelli pre-crisi, basta guardare quello che succede in Germania».



Ci sono segnali di ripresa?

Nell’edilizia il “nuovo” sta ancora soffrendo, mentre il mercato delle ristrutturazioni non ha preso piede come ci si aspettava.

Da dove può venire un aiuto?

Le agevolazioni previste per il risparmio energetico potrebbero darci una mano. Però…

Però?
Non è solo questo. Mi auguro che l’economia italiana, in generale, possa fare passi avanti come li sta facendo quella tedesca, austriaca, svizzera in modo da arrivare a una condizione sana, non gonfiata.



Com’è andata quest’anno per voi?

I dati del primo trimestre erano molto preoccupanti. Poi c’è stata una lieve ripresa e siamo tornati ai livelli dell’anno scorso.

Che è stato un buon anno per voi?

No, il 2012 non è stato un buon anno per noi. Abbiamo avuto un calo e anche quest’anno pensiamo di chiudere con un leggero calo, di un punto percentuale o due rispetto all’anno scorso. Devo dire che altri produttori che lavorano nelle nuove costruzioni hanno registrato cali più pesanti, chi del 30%, chi del 25%. Che è davvero preoccupante.

Vanno bene le costruzioni in legno…

Per quel che vediamo, quello è un mercato che sta prendendo sempre più piede. E questa per noi è ovviamente una buona notizia. Le case in legno continuano a essere in controtendenza.



È l’unico segmento che ha numeri con il segno più davanti…

Probabilmente sarà così anche nei prossimi anni. Per questo mi auguro che in futuro a manifestazioni come questa (il Made Expo, che si è svolto a Milano dal 2 al 5 ottobre alla Fiera di Rho Pero, ndr) partecipi il maggior numero di produttori e vengano qui a esporre le loro soluzioni. I clienti hanno bisogno di sapere cosa offre il mercato. Noi stessi siamo quasi gli unici a esporre in questa fiera. La vedo come una cosa negativa.

Perché?

Perché la concorrenza fa bene. Deve esserci dappertutto. In particolare, sulla proposta dei materiali tutti quanti dobbiamo avere una visione più ampia possibile.

 

Quali sono le prospettive?

Per il 2013, quelle che le dicevo poco fa. Sul 2014 c’è invece un grosso punto di domanda. Con l’aumento dell’Iva al 22% sicuramente non ci hanno fatto un grande favore! Lo Stato italiano ha bisogno di soldi e da qualche parte bisogna farli saltar fuori. Pertanto non credo che il 2014 ci darà grosse soddisfazioni.

 

Bisognerà aspettare ancora tutto il prossimo anno per vedere segnali positivi?

Statisticamente, le crisi durano una decina d’anni. Dal primo crollo, che noi abbiamo avvertito nel settembre 2008, a oggi ne sono trascorsi 5. Siamo a metà del ciclo. Abbiamo toccato il fondo. Pensiamo di vedere una leggera ripresa nel 2014, dell’1% o 2%. Che va bene.

 

Non si tornerà più ai livelli pre-crisi?

Non è detto. Prendiamo la Germania. Lì, ad esempio, la residenza bifamiliare sta andando molto, molto bene. Come nel 2004-2005, prima che i tedeschi entrassero in crisi. Sono tornati ai livelli di prima della crisi e nessuno se lo aspettava. Io stesso non lo credevo possibile. In Germania la ripresa c’è e sta dando grosse soddisfazioni.

 

All’estero la vostra attività sta andando a gonfie vele. È così?

Stiamo lavorando in Francia, in Spagna, in Austria con una ditta associata, non con il marchio Riwega ma con il marchio Uni-Bausysteme. E poi in tutto il nord Europa dove facciamo direttamente dalla produzione all’industria.