Si è tenuta recentemente la riunione quadrimestrale delle EPF (Europea Panel Federation) sull’andamento del settore dei pannelli in legno; l’Economic working Group, che fa capo a Paolo Fantoni – presidente di Assopannelli – ha analizzato i dati relativi alla produzione europea dei primi nove mesi del 2013 rispetto alle tre principali tipologie di prodotto: truciolare (-3%), medium density fibreboard (-2%) e oriented strand board (-1%). Come leggere questi dati? Si è di fronte a uno scenario continentale altalenante caratterizzato da performance positive nel Nord-Europa e un andamento negativo in tutti i Paesi Mediterranei. Qui, però, c’è un aspetto che fa ben sperare: è stata infatti rilevata una crescita del “sentiment” di consumatori e produttori che potrebbe essere molto prezioso per l’andamento del mercato nel 2014. Bisogna comunque registrare la riduzione di circa un milione di metri cubi nel settore del truciolare, insieme alla chiusura di impianti in Francia e Germania, oltre al calo di offerta in Italia. Il tutto si unisce alla continua crescita dei consumi di legno nella combustione che genera di fatto la crescita dei prezzi soprattutto per truciolare e Osb. Da sottolineare il fatto che,  da alcuni mesi, anche l’Italia può contare sul suo primo impianto di Osb, realizzato dal Gruppo Bonzano; l’impianto (con una capacità produttiva di 160.000 mc) realizza un pannello interamente di pioppo qualificato dall’uso del marchio “100 per 100 Italian Poplar”.



Queste le parole di Paolo Fantoni: “La situazione di scarsità della materia prima per la produzione di pannelli in atto nel nostro Paese si sta manifestando anche sui prezzi di vendita, dinamica che aiuterebbe le nostre imprese a coprire gli aumenti dei costi di produzione”. Il presidente di Assopannelli continua: “Ma il solo adeguamento dei prezzi servirà a poco se i legislatori europei non inizieranno a seguire con maggiore attenzione le tematiche del nostro settore. A livello nazionale la Federazione si è attivata con il Tavolo di Filiera, ma la strada è ancora lunga e, a oggi, si sono registrati pochi passi in avanti soprattutto nella sburocratizzazione delle attività silvicole e nel miglioramento dei rapporti con le Regioni”. E conclude: “Se non si interverrà con decisione in questa direzione difficilmente il settore forestale italiano potrà tornare a essere un traino per l’economia del Paese”.

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