I consumi interni nel settore legno e arredo caleranno dell’11,2% tra il 2012 e il 2013. È quanto emerge dai risultati del Termometro vendite di FederlegnoArredo, l’indagine cui hanno partecipato oltre 630 imprese scelte tra quelle più rappresentative all’interno della filiera. A ciascuna di esse è stato chiesto di compilare un questionario molto dettagliato sulle aspettative per l’anno in corso. Quelle che emergono sono delle proiezioni, basate su dati reali, illustrate oggi nel corso di una conferenza nella sede milanese di FederlegnoArredo.
Come ha ammesso il presidente della federazione, Roberto Snaidero, “i risultati del Termometro vendite confermano purtroppo le nostre previsioni. Nell’intero macrosistema legno-arredo, dal 2007 al 2013 si perdono 15 miliardi e 322 milioni di euro in termini di fatturato alla produzione. La contrazione della domanda interna è compensata in parte solo dall’aumento delle esportazioni. La previsione per il 2013 nel saldo della bilancia dei pagamenti, cioè la differenza tra esportazioni e importazioni, è positiva per 8 miliardi di euro. Purtroppo, però, questo non basta a sostenere l’occupazione, in quanto dal 2007 al 2013 nel macrosettore legno e arredo sono stati persi 67mila addetti e 14mila imprese”. FederlegnoArredo si sta impegnando attivamente per mettere fine a questa tendenza drammatica, innanzitutto perché rappresenta una perdita in termini di saper fare.
Snaidero ha puntualizzato che la federazione “ha un ufficio a Chicago, due settimane fa ne ha aperto uno a Mosca e presto faremo altrettanto anche a Londra, Shangai e Belgrado. Poiché molte imprese nel nostro settore sono medie o piccole, non tutte hanno la possibilità di avere una struttura aziendale interna di marketing. La federazione si sta spendendo quindi per accompagnare le nostre aziende in giro per il mondo, con missioni all’estero cui partecipano ogni volta 15-20 imprese, e facendo venire in Italia gli acquirenti stranieri, come è avvenuto di recente con i buyer russi che abbiamo portato in Veneto e Lombardia”. Il presidente di Assarredo, Giovanni Anzani, ha invece ricordato i provvedimenti introdotti all’estero per rilanciare la crescita del settore: “In diversi Paesi si è deciso di ridurre l’Iva al 4% per l’acquisto di appartamenti già semiarredati. Gli Stati Uniti hanno creato un fondo di garanzia per i mutui di chi acquista un appartamento. Se anche in Italia ci fossero questi provvedimenti, le banche tornerebbero a fare credito sia agli imprenditori sia ai privati, e in questo modo si rilancerebbero i consumi. Al contrario il settore è fermo”.
Due le motivazioni per Anzani: “La prima è che non si vendono case, e di conseguenza ovviamente non si arredano. La seconda è che nessuno rinnova più gli arredamenti perché i clienti per una forma di prudenza continuano a rimandare le decisioni di acquisto. La sfida per non soccombere è quella di andare all’estero, ma il Made in Italy va sostenuto. Ciò che chiediamo non sono contributi, bensì un impegno di tutto il sistema per accompagnare le nostre imprese nei nuovi mercati, coinvolgendo l’Istituto per il Commercio Estero (Ice), le banche, le assicurazioni, le ambasciate e i consolati. In secondo luogo, dobbiamo proteggere quanto fanno le nostre imprese. Sempre più spesso i nostri prodotti sono copiati nei mercati esteri, ma quando le nostre imprese provano a uscire dai confini Ue sono chieste loro montagne di documenti”.
Giovanni De Ponti, direttore generale di FederlegnoArredo, ha invece evidenziato che “nell’arredamento dal 2007 al 2013 il fatturato alla produzione è calato di 8 miliardi e 866 milioni di euro, pari a un -33,4%. Le esportazioni registrano un aumento tra il 2012 e il 2013, pari a un +5%, ma rispetto al picco del 2007 siamo ancora sotto di 1 miliardo e 245 milioni, pari a un -10,1%. Il dato più significativo è quello sul consumo interno apparente, che nel 2013 è stimato in calo dell’11,2%, per una riduzione del 56,6% rispetto al 2007, cioè 8 miliardi e 111 milioni in meno”. Come ha commentato De Ponti, “è questo il vero dato drammatico, in quanto registra che quella che è in atto non è una perdita di competitività delle imprese, ma una compressione della domanda documentata anche dal calo delle importazioni. Si tratta di una tendenza di cui non si vede l’inversione. Questi dati, disponibili grazie al fatto che abbiamo intervistato 630 imprese in modo analitico, sono relativi alle loro aspettative per il 2013. Questo -11,2% è quindi una proiezione su dati reali ricevuti dalle imprese, che sottolineano quanto ci dobbiamo attendere da qui alla fine dell’anno”.
La proposta presentata diversi mesi fa da FederlegnoArredo al governo Monti è di includere anche gli arredi fra le opere ammesse alla detrazione del 50%, già prevista per le ristrutturazioni edilizie. In questo modo di rilancerebbe un fatturato pari a 1 miliardo e 200 milioni di euro a costo zero per il governo. Per Snaidero, “non c’è stata una giustificazione palese del motivo per cui la nostra proposta non è stata inserita nel decreto sviluppo del governo. Ma d’altra parte è stata incluso nel memorandum da presentare al nuovo presidente del Consiglio. La questione è che non basta intervenire con una circolare, occorre approvare un decreto”. Come ha rimarcato invece De Ponti, “il garante per le Piccole e medie imprese, che è un organismo stabilito dalla legge e rappresenta un ente autonomo che non dipende dal ministro, ha inserito nella sua relazione questa nostra proposta. Si tratta di un’indicazione importante con cui le nuove forze politiche del parlamento e del governo dovranno fare i conti. In attesa di un nuovo consiglio dei ministri che funga da interlocutore politico, questo è un fatto di primaria importanza”.
(Pietro Vernizzi)