250mila posti di lavoro, il Pil che cresce dell’1% nei primi tre anni e poi arriva al +1,5% nel 2018: scenario di fantascienza, anzi fantaeconomia? O le parole di un pazzo? No, sono le dichiarazioni del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, quindi di una persona con la testa bene sulle spalle. Lo scenario prefigurato nei dati esposti poc’anzi è quello che risulta da uno studio effettuato da Confindustria, qualora lo Stato finalmente fosse in grado di restituire almeno 48 miliardi di euro, i due terzi di quanto deve nel totale a fine 2011, alle imprese italiane. Roberto Snaidero, Presidente di FederlegnoArredo, contattato da ilsussidiario.net, esprime esultanza davanti a questi dati e alle parole di Squinzi: «Sarebbe la svolta tanto attesa in grado di rilanciare la difficilissima situazione delle nostre imprese». Aggiunge Snaidero che la chiave di volta di questa apertura «arriva dalla Commissione europea che ha reso possibile allentare i vincoli del patto di stabilità».
Squinzi parla di una possibilità che fino a ieri sembrava un sogno: sono numeri realistici secondo lei, senza ovviamente dubitare della validità dello studio fatto da Confindustria?
Nel momento in cui lo dice il mio presidente gli credo al 100%. Squinzi non è persona che butta i numeri sul tavolo. Se ha parlato di 250mila posti di lavoro, significa che lo studio che è stato fatto garantisce questa cifra.
Numeri che potrebbero finalmente significare una svolta nel panorama drammatico delle nostre imprese. E’ così?
E’ senz’altro qualcosa di estremamente positivo per il mondo delle imprese italiane. La decisione della Commissione europea, perché è di questo che parliamo in sostanza, rende possibile allentare i vincoli del Patto di stabilità. Quindi è una cosa senz’altro molto positiva.
Entriamo allora nel dettaglio della decisione della Commissione europea.
Va detto che quanto deciso da Antonio Tajani e Olli Rehn, vicepresidenti della Commissione Ue, tiene conto di qual è la situazione dei conti del nostro Paese. Cercando però di dare anche un contributo allo sviluppo economico. Lo ripeto: la vedo come una misura molto positiva.
L’apertura della Commissione consiste essenzialmente in un diverso modo per lo Stato italiano di pagare il suo debito, giusto?
Esattamente. Se lo Stato pagasse il suo debito nei confronti delle aziende tutto in un colpo solo ci sarebbe un impatto sul deficit e sul debito in rapporto al Pil non sostenibile secondo i parametri europei. Invece la chiave di volta è il sistema adottato dalla Commissione: pagare le imprese con titoli di Stato non provocherà un esborso immediato di cassa e non ci sarà un impatto sul deficit, soprattutto il debito pubblico rimarrà invariato. I debiti della Pubblica amministrazione sono poi già iscritti in bilancio e già calcolati nel debito pubblico.
La cifra segnalata però, quella di 48 miliardi di euro, corrisponde ai due terzi del totale: va comunque bene?
La Pubblica amministrazione non può saldare tutto, ma solo una parte dei debiti che ha con le aziende, almeno al momento. Va senz’altro bene, perché significherebbe un rientro in circolo dell’economia del Paese. Quindi nuovi posti di lavoro che danno fiato al Pil. E’ una cosa molto importante in questo momento in cui c’è bisogno di sganciarsi da questa situazione di crisi in fretta.
Squinzi ha chiesto al Consiglio dei ministri di discuterne immediatamente.
Infatti: tra domani e venerdì è confermato che il Consiglio dei ministri varerà un decreto di apertura e svincolo della somma.
Che cosa significa decreto di apertura? Siamo agli sgoccioli del governo Monti.
Significa che proprio per i tempi in cui siamo il governo Monti comincia a svincolare un decreto ad hoc, che naturalmente il nuovo Parlamento dovrà votare, dire se va bene o no, dopo di che sarà compito del nuovo governo rendere tutto effettivo. Ma intanto cominciamo a sbloccare qualcosa.
Qualcosa che le aziende aspettano da anni.
Infatti: Squinzi da tempo sta battendo su questo piaga dei ritardi del pagamento da parte della Pubblica amministrazione. Ricordiamo poi che c’è anche la sanità che ha il medesimo problema. Quanto si sta prefigurando è davvero una luce in fondo al tunnel.
Proprio nelle ultime ore si è mossa anche l’Agenzia delle entrate che ha restituito un miliardo di Iva alle imprese. Anche qui si sta muovendo qualcosa?
Si può dire che nel momento in cui viene sbloccata la situazione dal punto di vista europeo tutto diventa più facile. In modo relativo naturalmente, e anche qui si comincia a vedere qualcosa di positivo. La cosa importante adesso è che davvero il governo faccia l’apposito decreto.