Nel 2012 il sistema legno ha registrato un saldo commerciale, cioè una differenza tra esportazioni e importazioni, pari a 177 milioni di euro, una cifra che equivale al primo dato positivo dal 2007. Una cifra molto significativa in quanto rivela l’importanza per le nostre imprese di guardare ai mercati esteri. Proprio a questo tema è stato dedicato il seminario che si è tenuto ieri nella sede di FederlegnoArredo, con il titolo “L’Industria del legno e i nuovi mercati. Come andare all’estero?”.
L’intervento di apertura è stato affidato a Paolo Bentivoglio, direttore generale di Moretti Interholz, il quale ha ammesso: “Sono arrivato a febbraio dell’anno scorso e ho trovato una realtà abbastanza complessa. Un’azienda molto strutturata, con grandissime qualità, esperienza, professionalità, soprattutto sul prodotto, ma con una dimensione fortemente locale. Anche parlare di Italia in senso esteso, dal punto di vista geografico, era un esagerazione in quanto la nostra dimensione commerciale era strettamente legata al Centro-Nord”. Proprio per questo Bentivoglio ha sottolineato che “una delle prime opportunità di miglioramento che abbiamo visto all’interno dell’organizzazione è stato il fatto di guardare fuori, ampliando la nostra cultura d’impresa. Le imprese che ottengono i migliori risultati nel mercato italiano sono quelle che lavorano di più all’estero, e occorre quindi competere nel mondo per crescere in Italia creando una cultura d’impresa più internazionale”.
Fabio Sdogati, professore di Economia internazionale al Politecnico di Milano, ha invece esordito con le seguenti parole: “Il mio obiettivo è prendermi una rivincita nei confronti di quanti negli ultimi 20 anni hanno affermato che ‘piccolo è bello’ e che bisogna essere radicati sul territorio. Non era vero 20 anni fa e non lo è oggi. Una delle ragioni della crisi particolarmente dura che viviamo in Sud Europa è la dimensione inadeguata delle imprese e l’incapacità di competere sul mercato mondiale”. Due i cambiamenti avvenuti nel sistema produttivo globale per il professor Sdogati: “Per 400 anni abbiamo pensato l’Europa come il centro del mondo, ma non è più così. Dal punto di vista della produzione, inoltre, i paesi non esistono più. Sono sempre meno le merci realizzate interamente in un Paese, le relazioni commerciali sono sempre più profonde tra Stato e Stato”.
Sdogati ha citato Sam Palmisano, presidente di Ibm, che nel 2006 diceva: “I confini nazionali non aiutano più a capire i comportamenti delle imprese”. Come ha concluso l’economista del Politecnico, “sto parlando di una forma mentis, cioè del fatto di cominciare a concepire un processo produttivo come un fatto che è disteso e frammentato su molti Paesi”. Teresa Gargiulo, direttore del centro studi di FederlegnoArredo, ha presentato una serie di rilevazioni statistiche da cui risulta che “nel 2012 il sistema Legno ha registrato un saldo commerciale, cioè una differenza tra esportazioni e importazioni, pari a 177 milioni di euro, una cifra che equivale al primo dato positivo dal 2007. Il settore ha quindi recuperato abbondantemente il crollo avuto nel 2009. Le importazioni invece hanno la tendenza opposta, in quanto nello stesso periodo sono diminuite”.
E ha spiegato Gargiulo: “Nel 2012 la propensione all’export è aumentata del 48%. Se nel 2007 il rapporto tra export e fatturato era del 12,6%, nel 2012 è stato pari al 18,7%. Nel sistema di edilizia e arredo i paesi europei che stanno tirando sono la Russia, la Svizzera e la Francia. Nei Paesi extraeuropei a fare bene sono il Medio Oriente, l’Africa Mediterranea e l’Asia centrale. Nel sistema edilizia e arredo nel periodo gennaio-agosto 2012 il transito merci è cresciuto del 150% in Indonesia e del 42% in Russia. Tenendo conto che la Russia è il secondo Paese d’esportazione per l’Italia, è quest’ultimo il mercato più promettente per il futuro del settore”.
Francesco Ghilardotti, dell’ufficio Promozione internazionale di FederlegnoArredo, ha quindi cercato di specificare più nel dettaglio verso quali Paesi conviene esportare. “Il nostro ufficio ha come obiettivo proprio quello di fornire un suggerimento e un supporto per guidare le aziende nella scelta dei mercati da affrontare – ha spiegato -. La nostra attività si concentra prevalentemente sui mercati emergenti e sulle aree extra-europee, con un grande focus su Stati Uniti, Russia, Medio Oriente e Nord Africa. Le aziende associate a Federlegno hanno la fortuna di poter usufruire di uno strumento, Made Expo, che ha avuto fino a quest’anno una cadenza annuale, e poi diventerà biennale a partire dalla prossima edizione. Questo evento ci consente di tracciare un percorso e di essere continui nelle nostre attività di produzione. Quest’anno abbiamo definito un programma molto completo sulle attività dell’area mediterranea, Medio Oriente e Africa, che sfocerà nella manifestazione fieristica di Made durante il prossimo mese di ottobre”.
(Pietro Vernizzi)