Comolas è un’azienda storica toscana fondata nel 1927 e con sede a Siena. Gestisce l’importazione di legnami da tutto il mondo, dalla Scandinavia alla Russia, dal Nord America all’Africa Occidentale. Nell’organico di Comolas ci sono circa 30 persone, alcune delle quali lavorano nell’azienda da oltre 30 anni. I capannoni si estendono su una superficie di 60mila metri quadri, di cui 10mila coperti. Ilsussidiario.net ha intervistato Fabio Bruttini, amministratore di Comolas e consigliere del direttivo di Fedecomlegno.



Bruttini, ci racconti come è nata e come si è sviluppata la sua azienda.

La nostra società è nata nel 1927 e importa legname da tutto il mondo. Facciamo distribuzione di utilizzatori piccoli, medi e grandi nel centro-nord Italia. Dalla fine degli anni ’70 l’azienda si è ingrandita, soprattutto nel momento in cui ci siamo concentrati sull’importazione di tronchi dall’Africa Occidentale. Abbiamo installato una segheria con impianti di essicazione, ed è stato il momento in cui l’azienda ha fatto il salto di qualità che ci ha portato a essere di dimensioni più grandi rispetto al passato.



In che modo la vostra azienda si impegna per rispettare l’ambiente?

L’attenzione è legata soprattutto al rispetto delle leggi, assecondando quanto è importante per il discorso ambiente. Le certificazioni che oggi sono in uso e che saranno sempre più in uso nel futuro sono di tipo FSC e PEFC, per cui il materiale deve provenire da zone nelle quali c’è la salvaguardia del tronco dell’albero e dove è in atto una riforestazione. Si tratta di tutte quelle norme che oggi servono per migliorare il più possibile l’ambiente, per cui alcuni tipi di legname devono avere certe caratteristiche per l’utilizzo.



Quali sono i principali problemi ambientali legati alla produzione di legname?

I problemi per quanto riguarda il discorso ambientale sono relativi soprattutto alle zone del Sud America e dell’Africa Occidentale, dove in passato sono stati messi in atto abbattimenti senza regole. Si sono così create zone dove la mancanza di piantagioni ha fatto sì che il clima ne risentisse a livello globale, per esempio attraverso l’effetto serra e l’eccesso di anidride carbonica.

Quali regole deve seguire il taglio delle piante?

Ci sono delle regole precise che i paesi esportatori o produttori sono costretti a rispettare affinché gli organismi internazionali non dichiarino illegale il materiale che proviene da quelle aree.

 

La vostra azienda ha sede a Siena. Com’è la situazione del mercato del legno in Toscana?

La crisi che ormai va avanti dall’autunno del 2008 continua a perdurare, in forme anche più gravi negli ultimi mesi. La Toscana rispecchia l’andamento economico del Paese, purtroppo non ci troviamo in un’isola felice. I problemi sono enormi, c’è crisi, anche nel settore della produzione di cornici per quadri, rispetto a cui la Toscana è una delle zone leader. Da qualche anno questo settore sta andando incontro a profonde difficoltà.

 

Storicamente la Toscana è un mercato importante per il settore legno?

La Toscana è sempre stata una regione con un buon consumo di legname, in quanto vi sono presenti diverse aziende rivenditrici di questa materia prima. Si tratta di una zona dove, al pari di Veneto e Brianza, c’è sempre stata in passato una forte presenza di piccoli artigiani che sono stati presi a modello, e che purtroppo oggi sono praticamente scomparsi del tutto.

 

(Pietro Vernizzi)