Dalla sua sede di Frascineto, in provincia di Cosenza, importa legnami di qualità non soltanto dal centro Europa, ma anche da Africa e Nord-America. La Schifino Legnami Spa è attiva dal 1967 e ha visto alternarsi alla guida quattro generazioni di imprenditori, l’ultimo dei quali è l’amministratore unico Pierluigi Schifino. Ubicata sull’innesto della Salerno-Reggio Calabria, l’azienda si trova proprio in mezzo tra Reggio Calabria, Napoli e Bari, in una posizione strategica che ne ha fatto la forza.



Schifino, quali qualità di legname rappresentano il core business della vostra azienda?

La Schifino Legnami esiste dal 1967, io rappresento la quarta generazione. Fin dalla fondazione dell’azienda ci occupiamo dei legnami di importazione. Nel corso degli anni mi sono organizzato nella commercializzazione di prodotti sia di conifere che di latifoglie. La più grande specializzazione viene soprattutto nel settore delle conifere, nel quale abbiamo due linee di produzione di piallato. Queste ultime affiancano la commercializzazione di pino e abete di provenienza scandinava e russa, oltre che dal centro Europa, cioè da Austria, Germania e Slovacchia. Commercializziamo inoltre le latifoglie americane e quelle africane, tenendo presente anche che questi articoli comunque hanno un consumo, soprattutto negli ultimi tempi, molto più ridotto.



Quali sono i pregi dei legnami stranieri rispetto a quelli italiani?

L’Italia ha una copertura forestale non indifferente, ma con specie di poco valore, che ovviamente non riscontrano un grande interesse per le industrie italiane dedicate soprattutto all’esportazione di prodotti di altissima qualità. La maggior parte dei prodotti italiani in Italia sono costituiti in parte da legna da ardere, mentre un’altra parte è inviata al settore dell’imballaggio. Non ci sono essenze molto pregiate che ci consentano di lavorare, e quindi di avere dei prodotti di altissima qualità per le esportazioni.



E quindi?

Esportando dei prodotti di alta qualità abbiamo bisogno di materie prime che siano a loro volta di qualità, come i legni duri americani, quelli africani e le conifere del centro Europa, che noi abbiamo in misura molto ridotta e in qualità molto scadente. Siamo quindi dei grandi importatori di materia prima ed esportiamo il prodotto finito, made in Italy di alta qualità. Non riusciamo però ad avere sul mercato nazionale queste qualità così buone, e queste essenze particolari che ci chiedono da tutte le parti del mondo. E’ questo il grosso problema italiano, che comunque non riguarda soltanto il settore legno, ma anche altre materie prime. D’altra parte siamo dei grandi esportatori d’idee e quindi di prodotti di alta qualità.

 

Il rifornimento di legnami pregiati è quindi un problema importante per le imprese italiane?

Sì, e alcune delle imprese d’eccellenza italiana si approvvigionano direttamente dalla fonte di produzione. Si tratta di aziende di livello veramente importante, collocate soprattutto nel centro-Nord e che esportano prodotti di alta qualità in Germania e in altri Paesi anche oltremare.

 

Com’è cambiato il mercato negli ultimi cinque anni?

Negli ultimi cinque anni il mercato è cambiato radicalmente. Lo possiamo vedere da due punti di vista. In primo luogo, in Italia prima c’era una distribuzione molto dettagliata delle principali produzioni mondiali, che arrivava quasi all’utilizzatore finale. Negli ultimi quattro o cinque anni, le grandi produzioni non hanno più grande interesse a mandare piccole quantità, ma soltanto delle quantità più importanti e per dei contratti a delle aziende medio-grandi, in modo da programmare la produzione.

 

(Pietro Vernizzi)