Sainte Claire realizza centri benessere completi di ogni attrezzatura per i contesti più svariati: hotel, yacht, abitazioni private e altro ancora. È una realtà giovanissima, caratterizzata da una forte connotazione artigianale, ma già ben posizionata sul mercato interno e su quello estero. Altro punto d’orgoglio per l’azienda: progettazione e produzione vengono svolte internamente. La lavorazione dei materiali viene fatta a mano per rispettarne la diversità e per valorizzarla al massimo. A Silvia Favaron, business manager di Sainte Claire, abbiamo chiesto di raccontarci i motivi che hanno portato la sua azienda al successo.
La vostra è un’azienda giovanissima…
Sì, abbiamo aperto nel 2010 puntando su un prodotto di qualità e di nicchia. E devo dire che abbiamo centrato subito il target.
Qual è il vostro target?
E’ il mondo dell’hotellerie, che ha ancora una sua configurazione: la maggior parte degli hotel infatti ha una proprietà; non è ancora il mondo delle grandi catene. Ma i nostri prodotti si declinano anche per abitazioni private, yacht, strutture recettive; potenzialmente possono essere inseriti ovunque si cerchi un prodotto particolare.
Come si sta evolvendo il mondo dell’hotellerie?
Devo dire che rispetto a cinque anni fa c’è una maturità maggiore. Oggi, un nuovo hotel ha la sua spa e chi non ce l’ha ancora cerca di dotarsene al più presto. Il centro benessere non viene più inteso come un servizio aggiuntivo per posizionare le stanze, ma come una vera e propria attività collaterale.
Come siete posizionati?
La nostra vocazione è il luxury home, gli yacht e simili. Lavoriamo con gli studi di architettura, pertanto un nostro prodotto non può essere uguale a un altro. Questo il cliente lo sa. Ciascuna realizzazione ha il massimo della personalizzazione.
Come avviene la produzione?
La produzione, come la progettazione, viene fatta internamente all’azienda. È stata una scelta chiara fin dall’inizio, che a qualcuno è sembrata azzardata, ma che ha dato i suoi frutti.
Perché?
Il benessere per noi è un modo di vivere un ambiente. Per questo dedichiamo grande attenzione alla scelta dei materiali; siamo rimasti tra i pochi a lavorare con il legno massello e a coibentare ancora con la lana di pecora. Inoltre i nostri legnami non vengono trattati chimicamente nè con vernici. La stessa attenzione che dedichiamo ai nostri clienti.
Cioè?
Parlare con i nostri interlocutori è fondamentale per capire innanzitutto che tipo di investimento hanno in mente, che budget hanno a disposizione e così via. Da lì si parte a fare il progetto. Inutile seguire il cliente con un prodotto seriale.
Chi sono i vostri migliori clienti stranieri?
Francia, Austria, Russia, Svizzera, Grecia: sono questi i paesi che apprezzano particolarmente un prodotto life style italiano come il nostro e dove esportiamo con successo. Qui il mondo del lusso ha colto velocemente quello che offriamo.
E sul mercato interno come vanno le cose?
C’è una grandissima richiesta anche dal mercato interno. Basti dire che un’azienda piccola come la nostra fa 20 milioni di preventivi ogni anno.
I vostri concorrenti su cosa stanno puntando?
Innanzitutto vorrei sottolineare una cosa: noi facciamo il possibile per fare rete d’impresa. In qualità di general contractor cerchiamo di coinvolgere, e coinvolgiamo, diverse imprese per le loro competenze specifiche. E devo dire che questo modo di operare da i suoi frutti. Per quanto riguarda i nostri concorrenti, molti dei quali con le spalle ben più grandi delle nostre, ho l’impressione che stiano puntando sul seriale. Strada che noi non intendiamo percorrere a nessun costo.