Officine Biglia, azienda italiana con sede a Incisa Scapaccino (AT), leader nella costruzione di torni a controllo numerico applicabili a qualsiasi tipo di lavorazione, vende le proprie macchine in tutto mondo grazie agli elevati standard di affidabilità e un rapporto prezzo/prestazioni molto competitivo. Tuttavia, tra i costruttori italiani di macchine utensili, da sempre famosi per gli elevati livelli di profilazione dell’offerta, l’azienda rappresenta un caso abbastanza anomalo: produce in modo seriale macchine standard. Una strategia che consente all’azienda di tener testa a concorrenti stranieri, anche dieci volte più grandi. A Mauro Biglia, con-titolare insieme al padre fondatore Carlo e al fratello Luca delle Officine, abbiamo chiesto di spiegarci quali sono i motivi che, in oltre mezzo secolo, hanno portato la sua azienda a imporsi sul mercato globale.   



Il vostro settore è stato duramente colpito dalla crisi. A che punto siamo oggi: ci sono segnali di ripresa o i mercati continuano a rallentare?

In realtà, dopo i 18 mesi di crisi profonda (ottobre 2008-marzo 2010) i mercati, soprattutto quelli esteri, hanno ripreso a crescere con un trend positivo che si allunga fino al terzo trimestre 2012. Un discorso a parte merita quello italiano che non si è mai ripreso del tutto dalla crisi. Attualmente la situazione congiunturale su tutti i mercati non è molto brillante con situazioni particolarmente negative in Italia, Spagna e Francia. Al momento il mercato si è stabilizzato verso il basso; non ci sono grandi segnali di ripresa, ma neppure di ulteriore rallentamento.



Cosa fate per resistere alla crisi?

Forse può sembrare una banalità, ma innanzitutto è necessario avere i conti in ordine, quindi una gestione aziendale oculata. Controllo dei costi e aumento della competitività; oltre a sviluppo dei prodotti con evoluzione verso quelli high-end con maggiore valore aggiunto.

Secondo lei, ci sono le condizioni per tornare a crescere nel nostro Paese o bisogna puntare sull’estero?

Il nostro Paese sta attraversando una fase particolarmente complessa: al momento non ci sono le condizioni per una crescita interna; in ogni caso non è possibile puntare tutto sull’estero. L’industria della macchina utensile italiana ha raggiunto i livelli attuali grazie a un mercato domestico di notevoli dimensioni. Senza un mercato interno forte e ricettivo come un tempo per noi sarà difficile crescere dimensionalmente.



Quali sono i principali mercati di sbocco?

Schematicamente, la nostra situazione è la seguente: Italia 35% (era il 60% nel 2008), Germania 13%, Usa 12%, Francia 10%, Russia 7%, Svizzera 5%, Cina 5%, India 2%, altri paesi CEE 11%.

In Italia quali sono gli ostacoli che frenano la ripresa?

Direi innanzitutto la scarsa redditività, il credit crunch e la difficoltà nei pagamenti, l’incertezza sul futuro del Paese, oltre all’elevato costo del lavoro e la scarsa flessibilità e, non da ultimo, l’elevata tassazione.

I vostri concorrenti hanno spesso dimensioni più grandi, alcuni perfino dieci volte. Come fate ad essere competitivi?

Produciamo internamente i principali componenti meccanici delle nostre macchine: effettuiamo al nostro interno circa l’80% delle lavorazioni e i principali componenti meccanici della nostra produzione. E questo ci consente un controllo dei costi di produzione e un miglioramento complessivo della qualità.

 

È questo il motivo del vostro successo?

I risultati lo confermano. Nel periodo 2003-2005 Biglia ha avviato una fase di razionalizzazione e di riorganizzazione del processo produttivo che ha portato alla creazione di una nuova area destinata al montaggio e al rinnovamento del nostro parco macchine. Il tutto sostenuto da un investimento di circa 10 milioni di euro nel triennio 2003-2005. Dunque abbiamo investito molto per trattenere in azienda un pieno controllo del processo e del presidio qualitativo. Gli investimenti fatti ci hanno consentito, attraverso l’incremento della flessibilità e dell’efficienza degli impianti, di aumentare i volumi produttivi e di generare un contenimento dei costi di produzione.

 

I torni Biglia si posizionano nella fascia medio-alta del mercato. Che caratteristiche hanno?

Attualmente la Biglia produce una vasta gamma di centri di tornitura multifunzionali mono e bi-mandrino, con una, due o tre torrette: 24 versioni da 2 a 12 assi in grado di eseguire sia la semplice tornitura che la lavorazione completa di particolari complessi in un solo ciclo, combinando gli utensili motorizzati, l’asse C, l’asse Y e la controtesta motorizzata. 

 

Oggi si può essere competitivi anche fabbricando prodotti standard. La conferma viene dai risultati che la vostra impresa ha raggiunto.

Va chiarito che, pur adottando la filosofia della macchina standard a catalogo, ci siamo orientati verso la produzione di macchine con un grado di complessità elevato, rivolte a “nicchie” di mercato un po’ meno presidiate dai grandi costruttori “generalisti”.

 

Che posto ha il cliente nella vostra organizzazione?

Ovviamente centrale. La nostra offerta si fonda su concetti quali produttività elevata, affidabilità, semplicità di utilizzo, il service; elementi che creano valore per il cliente. Diamo la massima disponibilità ad “ascoltare” il cliente perché non vogliamo essere semplicemente un fornitore di macchine ma di soluzioni produttive.

 

I vostri concorrenti su cosa stanno puntando?

Dal punto di vista dell’evoluzione del prodotto, in generale tutti si stanno orientando verso la polifunzionalità, la riduzione dei tempi di lavorazione e di set-up. Dal punto di vista strategico sono in atto delle aggregazioni che consentono di dar vita a vere e proprie aziende globalizzate, sia dal punto di vista commerciale, per la capacità di presidiare direttamente in loco i vari mercati, sia dal punto di vista produttivo, con produzioni in diverse aree del mondo, Asia, Europa e America. 

 

Negli ultimi anni avete avviato partnership in Cina e India. Come stanno andando le cose?

In Cina abbiamo siglato un accordo con un importante costruttore americano (Hardinge) che detiene una buona posizione sul mercato cinese; mentre in India l’accordo è di tipo commerciale/distributivo ed è stato realizzato con un costruttore di torni locale (Galaxy). Entrambe le partnership commerciali sono molto recenti (rispettivamente del 2011 e 2010) e stanno cominciando adesso a dare i primi risultati.

 

Quali sono i vostri programmi per il futuro?

Proseguire nella politica di innovazione di prodotto cercando di mantenere un rapporto prezzo/prestazioni competitivo. Inoltre, proseguiremo con la politica di rafforzamento della nostra posizione sui mercati lontani.