“Le nostre aziende non ce la fanno più a sopportare una pressione fiscale che nel 2013 toccherà il 44,6% del Pil, vale a dire 2,4 punti in più sopra la media dell’Eurozona. In pratica, paghiamo 38 miliardi di maggiori imposte rispetto ai partner europei, 639 euro in più per abitante”. Questo l’allarme lanciato oggi dal presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, intervenuto all’assemblea dell’associazione. Tra il 2005 e il 2013, ha aggiunto Merletti, “l’incremento delle entrate fiscali è stato di 132 miliardi: pari ai 132 miliardi di incremento del Pil. Così non si esce dal tunnel della crisi”, senza contare che una pressione fiscale così alta non fa altro che spingere le nostre imprese al di fuori dei confini italiani. “Pare quasi che si faccia di tutto per costringerci a varcare il confine per trovare condizioni di normalità in cui fare impresa. Normalità significa non subire un fisco che tassa il 68,3% degli utili lordi d’impresa, mentre, ad esempio in Svizzera, questa aliquota è appena del 30,2%”. La crisi “è nella testa della gente, che ha perso la prospettiva del futuro, ha smarrito la visione della propria vita, delle proprie relazioni”, ha spiegato il presidente di Confartigianato, secondo cui è assolutamente necessario “riaccendere il motore che dà energia e forza al Paese e valore all’impegno delle persone”. Infine, riguardo il problema del credito, Merletti ritiene che sia “maturo” il tempo per la nascita “di un soggetto finanziario dedicato alle micro e piccole imprese, che ripristini regolari condizioni di accesso al credito e ci permetta di superare le difficoltà di finanziamento bancario che tutti verifichiamo nella nostra attività imprenditoriale”. Un soggetto “non convenzionale”, come “ce ne sono in molti Paesi europei”.