Nata da una costola di Fontana Group, altreforme è l’iniziativa di successo di una figlia d’arte. Lei è Valentina Fontana, terza generazione nell’azienda di famiglia, che nel 2008 ha deciso di trasferire nella produzione di arredi in alluminio un’expertise cinquantennale sviluppata nel settore dell’automotive. I suoi prodotti vengono realizzati impiegando gli stessi processi che danno forma alle carrozzerie delle automobili di lusso presenti sul mercato: Audi, BMW, Ferrari, Jaguar, McLaren, ecc. IlSussidiario.net l’ha intervistata per farsi raccontare i segreti di un materiale, l’alluminio appunto, che si presta a dar vita a forme ardite attraverso l’impiego di tecnologie all’avanguardia.



La sua è un’azienda giovane con alle spalle però una realtà dalle radici solide come Fontana Group. Come è nata l’idea di altreforme?

Fin da piccola sono stata attratta dalle forme e dai prodotti dell’azienda di famiglia, ma ho anche coltivato una grande passione per il mondo del design e a Miami, dove ho vissuto, ho avuto modo di conoscerlo da vicino. altreforme è nata dalla volontà di guardare con occhi nuovi tecnologie e processi produttivi dedicati prima solo al settore automobilistico. È una sperimentazione, appunto, di nuove forme tratte dal know-how storico dell’azienda di famiglia, come è anche evidente dal nome che abbiamo dato alla società.



Arredi in alluminio: una scelta originale ma che sta dando buoni risultati. No?

Tutto è cominciato dalla volontà di sfruttare le nostre avanzate tecnologie di lavorazione di questo particolare materiale per qualcosa di veramente nuovo. La decisione di investire nel mondo del design è nata, invece, dalla constatazione che, in questo ambito, mancava un utilizzo innovativo dei metalli.

L’alluminio non veniva già usato per l’arredamento?

Sì, ma solo come materiale secondario. Noi, invece, l’abbiamo messo al centro del nostro progetto creativo e reso protagonista. Abbiamo dimostrato che potevano essere sfruttate la sua malleabilità, la sua leggerezza e lucentezza per dare agli oggetti di arredo dei volumi, delle sinuosità e delle finiture prima ritenute impossibili da ottenere. Gli architetti sono entusiasti per la possibilità di realizzare con questo materiale idee progettuali che prima avevano accantonato. Ora con noi tutto diventa possibile.



Come nascono i vostri prodotti?

Per le realizzazioni custom, architetti e interior designer ci commissionano prodotti su misura, con forme e finiture all’avanguardia, personalizzabili come in un atelier. Non per nulla abbiamo chiamato il nostro laboratorio “Divisione Sartoria”: è lì che si ricercano soluzioni funzionali ed estetiche studiate per soddisfare le esigenze più particolari, sempre con standard di altissima qualità.

 

Per le vostre collezioni a chi vi affidate?

Per quelle a catalogo ci affidiamo a designer internazionali in grado di interpretare i nostri processi produttivi e, partendo proprio da lì, dare forma a prodotti innovativi, dalla forte personalità, destinati a un pubblico che vuole distinguersi.

 

Nel vostro atelier si fa molta sperimentazione e vengono impiegate tecnologie innovative. Ce ne può parlare brevemente?

Le nostre realizzazioni nascono da una precisa esperienza produttiva, hanno un DNA che definirei tecnologico. Sono realizzate principalmente in alluminio a partire da 0,9 mm di spessore, selezionato tra le migliori leghe in uso nel settore dell’auto.

 

Dall’idea come si passa alla produzione?

Idee e stili concepiti da grandi designer internazionali attraversano complesse analisi di fattibilità, studi di deformazione plastica e progettazioni virtuali per essere poi realizzati con tecnologie e macchinari di produzione all’avanguardia, in grado di misurare scostamenti geometrici fino a 2/10 di millimetro. Alle più recenti tecniche produttive e ai nostri brevetti si unisce poi la competenza di maestranze altamente qualificate a garanzia di un risultato di massima perfezione.

 

Vi definiscono “sarti dell’alluminio” per le infinite possibilità di personalizzare i vostri prodotti. Come spiega questa reputazione?

 Questa azienda è nata proprio dalla volontà di offrire la possibilità, a ogni cliente, di personalizzare al massimo ciascun prodotto. Per rendere un oggetto unico, ci avvaliamo delle nostre tecnologie grazie alle quali possiamo ottenere qualsiasi forma e infinite decorazioni superficiali.

 

Quali hanno avuto maggiore successo?

In particolare abbiamo ottenuto grande successo con le nostre finiture “kimono” che ci permettono di applicare sulle nostre realizzazioni testi, immagini, decori e pattern su proposta del cliente. Per la presentazione del progetto, abbiamo scelto proprio decorazioni tradizionali di antichi kimono, rivestendo le nostre collezioni con stampe colorate, unendo tradizione e innovazione. Il nostro know-how ci permette così di far sentire i nostri clienti unici e di offrire loro assoluta esclusività.

Con voi collaborano designer di fama internazionaleCome nascono queste partnership?

Spesso le collaborazioni nascono proprio dalle lavorazioni sartoriali. I designer che ci scelgono come fornitore per i loro progetti prendono conoscenza delle nostre infinite possibilità di sperimentazione e si ispirano per realizzazioni ad hoc, che ci propongono per le collezioni a catalogo.

 

Com’è andata con la collezione “dream” che avete presentato all’ultimo Salone del mobile? È stata apprezzata? Quali erano le novità?

La collezione dream è molto innovativa e ironica, dedicata al tema del sogno e disegnata dallo studio di architettura milanese Garilab. Gli oggetti sono ispirati alle nuvole, un elemento spesso associato al mondo onirico e dell’immaginazione, alla pace, ovvero a quello che riteniamo sia il sogno più importante per il mondo intero, e al lingotto d’oro, per interpretare con ironia il più venale dei sogni, quello della materialità e del possesso. I risultati si stanno rivelando molto positivi, il nostro segmento di mercato è alla continua ricerca di diversità e valore aggiunto, caratteristiche che da noi non possono mancare.

 

Si sente la crisi?

La nostra clientela è da sempre una nicchia internazionale, di alto posizionamento. Basti pensare che il primo cliente di altreforme non è stato un italiano, ma un importante rivenditore tedesco. L’approccio al mercato da allora non è cambiato, ed anche quando lavoriamo con studi di architettura italiani i progetti sono ormai principalmente per l’estero. Credo che in questo momento difficile, per l’Italia e per l’Europa, il nostro carattere cosmopolita sia un innegabile vantaggio.

 

Cosa c’è nel futuro di altreforme?

Sicuramente tantissime novità e, perché no, anche qualche diversificazione. Non mancheranno nuove collaborazioni con designer di arredamento, ma siamo aperti a diverse opportunità. Personalmente sono affascinata dalle strategie di brand extension che permettono di valorizzare un marchio o una tendenza, rendendoli uno stile di vita. Quello che vorrei per il futuro di questa azienda è che non rimanga solo un progetto per l’architettura e l’arredo, ma diventi un vero e proprio lifestyle, riconoscibile nel mondo. Siamo una realtà ambiziosa!