La Morra Legnami è un’azienda braidese che da tre generazioni realizza strutture in legno. Negli ultimi anni ha introdotto un nuovo sistema a pannelli multistrato, l’X-Lam, ovvero Cross Laminated Timber, che è una sintesi di economicità, velocità di realizzazione, risparmio energetico e funzionalità. Ne abbiamo parlato con il titolare dell’azienda, il signor Giuseppe Morra.
La vostra produzione è molto differenziata: su cosa vi state concentrando?
In particolar modo sui tetti in legno e, non in secondo piano, sulle costruzioni in legno in X-Lam.
Sono tanti i tetti da rifare?
Basta buttare l’occhio sui centri storici per rendersene conto. Alcuni sono molto vecchi, risalgono addirittura a un secolo fa. Ce sono anche di più recenti, fatti negli anni del boom economico, che però vanno ripristinati, perché hanno caratteristiche che non rispondono più alle esigenze e alle norme in vigore oggi.
Se l’edilizia è in crisi, il vostro settore è in controtendenza e le previsioni sono ancora di crescita: come stanno andando le cose per voi?
In effetti, dal 2007 in avanti, tutti gli anni abbiamo avuto un fatturato in crescita: a volte l’aumento è stato di due cifre, altre più contenuto. Oggi l’utilizzo del legno è più diffuso, per diverse ragioni.
Ci dica le principali.
Da un lato le nuove normative, dall’altro la grossa azione svolta dalle aziende del settore che sono riuscite a colmare una profonda ignoranza su questo materiale.
Ignoranza di cosa?
Fino a qualche tempo fa il legno era considerato un materiale di second’ordine. Oggi invece, nella mentalità della gente e, soprattutto, dei professionisti il legno rappresenta un materiale pregiato da sfruttare appieno per le sue caratteristiche.
Che prospettive di sviluppo avete?
Anche se si parla tanto di queste case in X-Lam, credo che la loro realizzazione sia ancora tutta da sviluppare. C’è chi ad esempio, pensa che queste costruzioni costino meno di quelle tradizionali.
Non è così?
E’ sbagliato. È vero che è un materiale che pesa poco, ma i costi ci sono. Credo che l’ingegnerizzazione del prodotto sia ancora agli inizi. Ci sarà sicuramente uno sviluppo.
Che caratteristiche ha l’X-Lam?
E’ uno sviluppo del legno lamellare, la cui commercializzazione è cominciata una decina di anni fa. Sono grossi pannelli a strati incrociati, di spessore variabile, con 3-7 strati di legno o anche più che costituiscono la struttura portante della casa o di qualsiasi altro edificio. I nostri uffici, ad esempio, sono in X-Lam. Ma gli usi sono tantissimi, da quello civile a quello commerciale. Inoltre, rispetto alle vecchie costruzioni in legno, l’X-Lam presenta anche un aspetto innovativo che è la sua versatilità.
Si spieghi meglio.
In cantiere, una volta posato, il pannello può ancora essere modificato. Prima, con il vecchio sistema a telaio, spostare una porta o una finestra era una cosa molto onerosa. Con X-Lam invece si può fare senza grossi problemi. Questo è molto importante.
Questo sistema è apprezzato?
Sì, piace molto. Volutamente lasciamo la progettazione non definita al 100%, per lasciare la possibilità di fare variazioni. E si sa che le finizioni che vengono fatte in cantiere sono quelle che più si avvicinano al gusto italiano. Sono più ricercate e raffinate di quelle che normalmente vengono fatte in Francia, Austria e Germania.
Oggi con il legno si fanno perfino i grattacieli. Ma per arrivare a questo punto c’è voluta tanta ricerca e tanta sperimentazione. Voi cosa avete fatto?
Nel nostro piccolo ha voluto dire assumere ingegneri che si sono specializzati sul legno. Piano piano siamo riusciti a far capire alla nostra clientela che il legno può essere usato a 360 gradi nell’edilizia, anche con gli altri prodotti che facciamo: pavimentazioni, balconate, pareti ventilate.
Vedremo sempre più case in legno nelle nostre città? Ci sarà il boom con il social housing?
Un aumento delle case in legno ci sarà sicuramente. Ma da qui a immaginare che l’edilizia venga fatta in questo modo sarebbe un’utopia e magari neanche da augurarsi. Per quanto riguarda invece il social housing è giusto che si sfruttino tutte le possibilità, che si vagli struttura per struttura e si utilizzino i materiali migliori. Più che altro dobbiamo continuare la nostra opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Perché ci sono ancora i rischi di cui parlava all’inizio della nostra intervista?
Quella mentalità c’è ancora. Perfino mio figlio, che è piccoletto, ogni tanto mi dice: “gli alberi non vanno mai buttati giù”.
Cosa risponde a suo figlio?
Gli rispondo che certamente non vanno buttati giù se non se ne ripiantano. L’albero viene coltivato, come la vite e il grano. Una parte della coltivazione diventa poi legname, case, tetti, pellet. E senza emettere più CO2 nell’atmosfera. Perché la CO2 che si rimette nell’atmosfera è la stessa che prima era stata riassorbita dalle piante.