Artena Legnami è un’azienda specializzata nella produzione di travi in castagno che vengono utilizzate per realizzare tetti, gazebi, pavimenti, recinzioni, ecc. Oggi è presente su tutto il territorio nazionale e guarda con ottimismo al mercato estero. Per Guglielmo Lanna, terza generazione alla guida dell’impresa di famiglia, la crisi c’è, ma si può combattere: “Basta saper comprare, saper vendere al prezzo giusto e offrire prodotti di buona qualità”.
In cosa è specializzata la sua azienda?
Produciamo travi in castagno per una grande varietà di usi.
Quali sono i principali?
Innanzitutto vengono utilizzate per la costruzione di nuovi edifici, per fare tetti ed eventuali soppalchi. Oppure per fabbricare gazebi e portici. O anche per fare ristrutturazioni, come è avvenuto a L’Aquila dopo il terremoto; lì sono molto richieste, dal momento che bisogna rispettare l’impatto ambientale.
Cosa chiede maggiormente la vostra clientela in questo momento?
Qui, ad esempio, nella zona dei Castelli romani, è molto richiesto materiale per il rifacimento dei tetti; in mancanza di piogge si approfitta per intervenire sulle coperture delle case. È molto richiesta anche la fabbricazione di gazebi. O anche la fornitura di materiale per pavimenti: per intenderci, legname che viene usato da parquet.
La sua azienda punta molto sulla qualità dei materiali.
È vero. La scelta dei materiali per noi è molto importante. Grazie alla disponibilità di materiali e all’esperienza che abbiamo maturato in 70 anni di attività, siamo diventati un partner competente per progettisti, imprese di costruzione, falegnami e carpentieri.
Cosa fate per ottenere un’alta qualità?
La nostra azienda seleziona con particolare cura le fonti di approvvigionamento. Tutto il nostro legname è certificato ed è in linea con il rispetto dell’equilibrio ambientale e la tutela dei boschi. Nostro personale specializzato provvede direttamente al taglio del bosco e a tutte le fasi successive.
Come avviene da voi la stagionatura?
La stagionatura viene fatta al sole, alla pioggia e al vento, in modo del tutto naturale. A differenza della essiccazione che invece viene fatta nei forni. Finora non ci siamo posti il problema dell’essiccazione; ora dobbiamo porcelo perché la clientela che chiede l’essiccazione sta aumentando.
È cambiato il gusto?
No, non è una questione di gusto. Con la stagionatura si può arrivare a un 18-20%, in alcuni casi 17%, di umidità. Con l’essiccazione si può arrivare all’8-10%. In questo caso il legno è più fermo.
C’è ancora crisi o si cominciano a vedere segnali di schiarita nel vostro settore?
Indubbiamente, rispetto agli anni precedenti, la crisi c’è e si sente. Però bisogna vedere azienda per azienda e soprattutto bisogna guardare alla capacità di muoversi.
Cioè?
Saper comprare, saper vendere al prezzo giusto, essere concorrenziali, offrire prodotti di buona qualità. Da questo punto di vista, si può combattere la crisi.
Che prospettive di sviluppo avete?
Dopo aver esteso la nostra presenza a tutto il territorio nazionale, adesso puntiamo a introdurre nuovi prodotti: non vogliamo restare fermi sul castagno. E poi guardiamo con ottimismo al mercato estero, viste le buone caratteristiche del castagno.
Il palo in castagno viene impiegato anche per opere di ingegneria naturalistica, come quelle che l’Artena ha realizzato a Orosei e Velletri. Di cosa si tratta?
Sono opere in legno caratterizzate da alta tenuta ed elasticità. Si va dalle palificate per consolidamenti ai camminamenti e attraversamenti di piccoli corsi d’acqua. Nel caso di Orosei i pali servono a rinforzare l’argine del fiume che stava cedendo. Nel caso di Velletri, invece, per contenere un terreno collinare che rischiava di franare.