Supportare e favorire l’attività di internazionalizzazione delle imprese italiane della meccanica strumentale, della meccanizzazione agricola e della trasformazione alimentare in India, in questo momento uno dei mercati più interessanti e promettenti per il settore, è lo scopo del progetto Machines Italia in India. A Pietro Celi, direttore generale per le Politiche di internazionalizzazione e la promozione degli scambi del Ministero dello Sviluppo economico, che ha seguito da vicino lo sviluppo dell’iniziativa in tutte le sue fasi, abbiamo chiesto di tracciare un bilancio
Il progetto Machines Italia in India si sta avviando a conclusione. Ripercorriamo brevemente le tappe principali. Com’è nato?
L’iniziativa è frutto di una convenzione sottoscritta nel 2011 tra il Ministero dello Sviluppo Economico e Federmacchine per valorizzare le opportunità di business che si erano create dopo la missione in India del 2010. Federmacchine è stata scelta come rappresentante nazionale dei produttori di beni strumentali (ceramica, legno, grafica, tessile, plastica, pelletteria, pietre naturali, vetro, imballaggi, automazione, fonderia, pneumatica e macchine agricole).
Quali erano gli obiettivi?
Machines Italia in India mira a diffondere le eccellenze dell’automazione Made in Italy, affiancando ad azioni di sensibilizzazione ad ampio spettro interventi specifici riguardanti i processi di meccanizzazione agricola, manifatturiera e di trasformazione alimentare, particolarmente richiesti in un mercato in forte evoluzione come quello indiano.
Siete soddisfatti dei risultati?
Machines Italia in India si è rivelato un progetto estremamente interessante, sia per le modalità di attuazione, sia per l’evidente capacità di penetrazione dei prodotti italiani nel mercato indiano. Ma soprattutto perché ha favorito l’apertura di nuovi e promettenti scenari per le nostre imprese.
Può fare degli esempi?
Abbiamo organizzato una serie di attività che hanno coinvolto complessivamente 1.039 aziende italiane e 818 indiane. Tra le iniziative più importanti ci sono sicuramente gli otto seminari tecnologici, cinque missioni di incoming, due iniziative di formazione di operatori indiani nel nostro Paese e numerosi incontri business to business.
Che frutti ha portato la collaborazione tra Ministero e Federmacchine?
Il rapporto di collaborazione che si è instaurato tra il Ministero e Federmacchine è stato molto positivo, perché ha permesso di impostare alla massima flessibilità la gestione operativa dell’iniziativa e, dunque, di modellare progressivamente le azioni sui reali fabbisogni delle controparti indiane per cogliere anche quelle opportunità che, in fase di pianificazione, non erano ancora del tutto emerse. In più…
In più?
Attraverso la razionalizzazione delle risorse destinate alla comunicazione, è stato possibile costruire due centri tecnologici italiani, uno a Pune l’altro a Ichalkaranji (distretto tessile di Kolhapur), che originariamente non erano previsti nell’iniziativa e che saranno invece una vetrina permanente della meccanica italiana in India.
Quali attività state progettando per il futuro?
Visti i risultati lusinghieri abbiamo previsto un follow up del progetto Machines Italia in India per il biennio 2013/2014, con l’intento di rafforzare l’operatività e le attività del centro di Pune.
Poi?
Per quanto riguarda l’Asia e il Sud Est Asiatico, ribadisco l’impegno assoluto di questo Ministero a operare a fianco e a totale supporto delle imprese italiane per promuovere la diffusione della nostra meccanica strumentale calibrando di volta in volta gli interventi sulle diverse realtà che convivono in quest’area.
Che caratteristiche ha quell’area?
Quell’area offre uno scenario fortemente eterogeneo. In essa coesistono nazioni agli albori del processo di industrializzazione, che dunque presentano una domanda orientata verso le produzioni di base o di fascia media, e realtà in cui prevale invece la domanda di tecnologie estremamente innovative e sofisticate.
State puntando anche su altre aree?
Sì. Il successo dell’iniziativa condotta con Federmacchine ci ha spinto a replicare il progetto anche nell’area dell’Europa Centro-Orientale. Anche lì infatti si stanno aprendo prospettive interessanti per le imprese italiane. Che non abbiamo alcuna intenzione di lasciare ai nostri competitor esteri.