Che il 4 luglio sia una data importante, italiani e americani lo sanno bene. In quel giorno, nel 1957, Dante Giacosa presentò a tutto il mondo la Fiat 500, glorioso esemplare dell’Italia a quattroruote, che lascerà il posto nel 2007, sempre il 4 luglio, all’ultima e fortunata versione targata Terzo Millennio. Il 4 luglio del 1776, invece, nascevano gli Stati Uniti d’America, in quella data che, per tutti gli appassionati di astrologia, coincide sempre con il momento dell’anno in cui la Terra è più lontana dal Sole. Roma, 4 luglio 2013: Grover Norquist, Presidente dell’Americans for Tax Reform (Atr), è ospite di Marco Respinti e del suo Columbia Institute che, in collaborazione con Tea Party Italia, ha organizzato un’iniziativa pubblica sulla drammatica epopea tutta italiana della pressione fiscale. L’Atr è lo storico think tank di Washington che da anni svolge efficace azione di pressione sul Congresso federale statunitense per impegnare deputati e senatori a non alzare spesa pubblica e tasse. Analogo impegno è stato del resto introdotto da Tea Party Italia – proprio con il patrocinio di Atr – alle scorse elezioni politiche e 10 dei candidati firmatari sono poi stati eletti in Parlamento. Tra i firmatari vi è anche l’On. Daniele Capezzone, presidente della Commissione Finanze della Camera, ospite della conferenza di oggi. Ilsussidiario.net ha sentito in esclusiva proprio Grover Norquist, leader e fondatore dell’Atr e, secondo il Wall Street Journal, uno dei 50 uomini più influenti di Washington.
Presidente Norquist, la pressione fiscale in Italia ha raggiunto livelli storici e difficilmente superabili, muovendosi ultimamente “dalle persone alle cose”. Cosa pensa del sistema fiscale italiano?
È meglio avere aliquote fiscali basse piuttosto che alte. Ciò è meno distorsivo per l’economia. Un’ampia tassazione di base, come ad esempio una “flat tax” sul reddito o la stessa Iva, riduce al minimo la perdita secca imposta all’economia. Le persone creano ricchezza, non le cose. Tassando qualcosa, si otterranno minori frutti dalla medesima… bisogna fare attenzione a ciò che si tassa.
In un momento di grande recessione, in Italia la tassazione è molto cresciuta per far quadrare i conti pubblici. Cosa ne pensa di questa logica che ha poco giovato all’economia reale?
I politici tendono a pensare che un’economia debole sia un pretesto per aumentare le tasse sui cittadini. Forse la debole crescita economica, i salari più bassi, il minor numero di lavoratori occupati dovrebbero essere segnali alla classe politica per ridurre la pressione fiscale sulle persone. Alcuni politici pensano che l’austerità è a favore delle persone, non per i governi. “Let them eat cake” (“Che mangino le brioches”, frase attribuita a Maria Antonietta, ndr) è stata una cattiva strategia per il governo francese nel 1793. Ed è una cattiva idea oggi.
Qual è l’alternativa per controllare i conti pubblici in un momento come questo?
Ci sono molti modi per ridurre i costi dello Stato. Si possono consentire interventi finalizzati alla riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni, in modo da ridurre il numero totale di dipendenti pubblici, sostituendo solo uno ogni due o tre posti vacanti. Il piano Ryan di bilancio negli Stati Uniti (il piano di bilancio repubblicano dichiarato, ndr) ridurrebbe la totale occupazione civile federale del 10%. Le pensioni possono essere riformate per ridurre i costi e per spostare, nel tempo, da piani a benefici definiti a piani a contribuzione definita. Negli Stati Uniti, lo stato dello Utah ha iniziato due anni fa a fare questo per tutti i nuovi assunti a livello statale e locale.
In Italia si sta tentando di attuare una forte politica contro l’evasione fiscale anche attraverso una nuova modalità di incrociare dati fino a poco tempo fa protetti. Qual è, in generale, il modo giusto per controllare l’evasione fiscale rispettando la privacy dei cittadini?
Se il governo è costretto a fare nuove leggi e regolamenti per spremere più soldi ai suoi cittadini, potrebbe fermarsi a considerare che la pressione fiscale è troppo alta. Maggiore è il tasso di imposta, maggiore è l’incentivo a evadere le tasse. Aliquote fiscali più basse riducono gli incentivi a evadere la tassazione. I governi con una bassa tassazione che spendono saggiamente i soldi dei loro cittadini, raramente si trovano ad abusare della privacy dei propri cittadini per raccogliere le tasse.
Qual è la sua opinione sul caso Datagate?
La forte reazione negativa alla divulgazione del monitoraggio della Nsa, è stata amplificata dal recente scandalo Irs (l’Agenzia delle Entrate americana rea di aver messo sotto stretta osservazione gruppi politici conservatori legati al Tea Party, ndr). È difficile per Obama rassicurare gli americani che il suo governo non abusa del suo potere quando sappiamo bene cosa ha fatto con l’Internal Revenue Service.
(Giuseppe Sabella)
In collaborazione con www.think-in.it