Si chiama I-Pan, ma non è l’ultimo prodotto della Apple, anche se di tecnologia per fabbricarlo ne occorre parecchia. Si tratta del primo pannello OSB (Oriented Strand Board, cioè pannello a scaglie orientate) 100% in pioppo italiano che viene realizzato a Coniolo Monferrato (Alessandria) dal gruppo Ibl. Per produrlo la famiglia Bonzano ha investito 40 milioni di euro in uno stabilimento all’avanguardia che a regime arriverà a sfornarne 160mila metri cubi in un anno. I pregi di I-Pan sono tantissimi: è più leggero dei prodotti della concorrenza estera, più chiaro, più resistente e ben si adatta alle nuove applicazioni nel campo dell’edilizia e in altri settori. A Enrico Bonzano, amministratore delegato del gruppo Ibl, abbiamo chiesto di raccontarci come stanno andando le cose a poco più di due mesi dall’inaugurazione dell’impianto.
Come sta andando la produzione di I-Pan?
Siamo al 70% circa e contiamo di arrivare a regime tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre.
Siete soddisfatti?
Direi di sì. Il pannello è stato accolto molto bene. Il successo non era affatto scontato, se consideriamo che un pannello 100% in pioppo prima non esisteva. Se da un lato c’era molta attesa, dall’altro c’erano anche tante riserve.
Su cosa?
Sulle sue effettive prestazioni.
Ora invece?
Adesso che il pannello è stato acquistato e sono stati fatti dei test si è visto che le caratteristiche del nostro pannello sono ottime. Questo ci mette in buona posizione rispetto alla concorrenza.
Avete sfidato la crisi con il vostro investimento…
Necessità fa virtù. Proprio perché c’è crisi bisogna fare qualcosa di innovativo, qualcosa che sia di rottura: o ci si ferma o si rilancia. Non si può reagire in maniera convenzionale. Certamente si incontrano rischi maggiori. Bisogna accettarli.
Chi sono i vostri clienti?
I mercati tradizionali sono l’imballaggio e l’edilizia. Ma il settore più in crescita, quello a cui guardiamo con grande interesse, è quello delle case in legno.
All’estero in quali paesi siete presenti?
Appena oltre confine siamo in Austria, Svizzera e Francia. Poi in tutta l’area mediterranea del sud, paesi come Spagna, Turchia, ecc. Tuttavia, contiamo sempre sul mercato italiano che secondo noi è ancora quello con i margini di crescita più elevati.
Che prospettive avete per il futuro?
Sicuramente il consolidamento della produzione di Osb. E magari la diversificazione dei prodotti. Vista la nostra dimensione aziendale dobbiamo lavorare sulle nicchie. E l’Osb è già una specialità. Dovremo scoprire tutte le caratteristiche di questo prodotto che magari soddisfano esigenze non ancora bene espresse dal mercato. Cercheremo di sviluppare nuovi prodotti integrando l’Osb a valle, con lavorazioni successive.
Avete già delle idee?
Certamente. Una di quelle che ci sta maggiormente a cuore è far entrare l’uso dell’Osb nel settore del mobile e dell’arredamento, inteso in senso ampio. Che può essere il mobile della barca, quello del caravan, dell’abitazione civile, o il contract.
Il fattore critico del futuro sarà la disponibilità di materia prima. Avete pensato a come farvi fronte?
Stiamo facendo un lavoro che per noi è qualcosa di assolutamente nuovo.
Di cosa si tratta?
Di promuovere la coltura del pioppo. Prima di tutto fra gli agricoltori poi su chi deve prendere decisioni politiche. Che nel nostro caso è la Regione Piemonte.
Avete ottenuto dei risultati?
Un primo successo l’abbiamo raggiunto grazie a FederlegnoArredo che ha sostenuto la nostra battaglia. Dalla Regione Piemonte abbiamo ottenuto un tavolo di filiera e l’inserimento della pioppicoltura fra gli obiettivi strategici regionali. Ora dipenderà da chi siederà a quel tavolo fare in modo che venga concretamente favorita la coltivazione di quel tipo di piantagione, che anche dalle nostre parti è molto diminuita.