Il Centro Studi di Confindustria rivede in meglio le previsioni sul Pil dell’Italia. L’ultimo rapporto pubblicato ieri modifica la stima per il 2013 dal -1,9% al -1,6% e quella sul 2014 dal +0,5% al +0,7%. Nei giorni scorsi l’Istat aveva invece ritoccato al ribasso i dati relativi alla crescita nel secondo trimestre 2013. “Per l’Europa la ripresa è vicina”, ha dichiarato Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, nel suo discorso sullo stato dell’Unione di fronte all’Europarlamento. “Abbiamo fatto molto dall’inizio della crisi. I nostri sforzi hanno cominciato a convincere i cittadini e i partner internazionali”. E a favorire la crescita in Italia potrebbe essere il fatto che il governo Letta ha scelto finora di non calcare la mano sulla leva fiscale. Ai giornalisti che gli chiedevano se l’aliquota Iva passerà dal 21% al 22% a inizio ottobre, ieri il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha risposto: “Penso sia molto probabile che non aumenterà. Stiamo lavorando per non farla aumentare”. Ilsussidiario.net ha intervistato Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison e professore di Economia industriale all’Università Cattolica.



I dati di Confindustria sulla crescita appaiono molto più ottimistici di quelli dell’Istat. Lei come si spiega questa differenza?

Nella precedente stima per il secondo trimestre 2013, l’Istat prevedeva un -0,2% congiunturale e un -2% tendenziale. Il nuovo rapporto Istat di martedì afferma invece che l’andamento del Pil nel secondo trimestre 2013 è stato pari al -0,3% congiunturale e al -2,1% tendenziale. Ciò ha dato il destro alle agenzie di stampa per affermare che l’Istat sarebbe più pessimista e inviterebbe alla prudenza sulla ripresa.



Come stanno realmente le cose per quanto riguarda la crescita della nostra economia?

Tutte le previsioni economiche più accreditate, come quella di Confindustria di ieri e già prima quella di Prometeia, hanno migliorato la valutazione complessiva sull’intero 2013, che con ogni probabilità non cambia neppure dopo la nuova valutazione dell’Istat sul secondo trimestre. C’è la diffusa sensazione che il terzo sarà finalmente il trimestre a crescita zero, e che potrebbe esserci addirittura un minimo rimbalzo alla fine dell’anno. Non vedo quindi una contraddizione tra i dati dell’Istat e quelli di Confindustria.



Secondo Barroso, “per l’Europa la ripresa è vicina”. E’ d’accordo?

Questa è una sensazione molto diffusa e che non appartiene soltanto a Barroso. L’Europa non ha ancora imboccato un’autostrada di crescita, ma ha posto fine alla caduta del Pil e sta approfittando di un marcato miglioramento del clima sui debiti sovrani. Il problema è che l’Italia continua a soffrire non per cause economiche bensì politiche. Anche questa volta sembra che vogliamo a tutti i costi danneggiarci da soli anche quando sarebbe più importante preservare la stabilità.

 

Le imprese italiane beneficerebbero di una crescita europea?

Il clima è migliorato sui fondamentali economici e finanziari, ma le parole di Barroso sono solo una cauta osservazione sul fatto che si sta cercando di svoltare e gli sforzi fatti dai singoli paesi stanno iniziando a portare dei benefici. Pur essendo d’accordo con il presidente della Commissione Ue, l’Italia sta entrando in una fase politica estremamente incerta e legata alle vicende del governo, alla crisi potenziale che potrebbe esplodere in seguito al contenzioso sulle vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi.

 

Il ministro Zanonato intanto ha affermato che prevede di non aumentare l’Iva. Il nostro governo ce la farà davvero?

Nelle scorse settimane ci sono state dichiarazioni e controdichiarazioni continue. Si tratta di un tema molto sensibile e controverso, perché il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, aveva affermato, nell’ambito della coalizione governativa, che gli sforzi fatti sull’Imu avrebbero assottigliato le possibilità e ridotto le risorse per evitare l’aumento dell’Iva. Poi qualcuno lo ha smentito, e tutto ciò ha reso il quadro piuttosto difficile da seguire.

 

Al di là delle dichiarazioni, che cosa accadrà?

Come dimostrano le parole di Zanonato, si prende atto che il tema è sul tappeto e si sta cercando di scongiurare la possibilità di un aumento dell’Iva, anche se obiettivamente le risorse finanziarie sul tavolo sono scarse. Se a ciò aggiungiamo il rischio concreto di una crisi politica, il problema principale per l’Italia diventa quello di continuare ad avere qualcuno al timone. Stiamo ragionando come se il governo fosse ben saldo, ma a vedere quanto sta avvenendo ci sono motivi per avere dei timori ragionevoli.

 

(Pietro Vernizzi)