Luxy è un’azienda del vicentino che produce sedie e divani ergonomici e di design. In trent’anni di attività è riuscita a posizionarsi nella fascia alta del mercato, proponendo soluzioni innovative e originali. Ha maturato una solida vocazione alla ricerca e alla sperimentazione assieme a una vasta esperienza nella produzione di sedute per l’ufficio e il contract. Con Luxy collaborano designer del calibro di Doriana e Massimiliano Fuksas, Stefano Getzel, Luca Bressan, Ginanatonio Perin e Jean Louis Iratzoki. L’azienda è ben radicata all’estero e punta ancora a crescere sui mercati mondiali. Nel 2011 il fondo Opera è entrato nel pacchetto azionario dando un’ulteriore spinta allo sviluppo di nuovi mercati. La nuova sede dell’azienda – che verrà inaugurata il 28 settembre – è stata realizzata all’insegna del confort e della funzionalità per tutti i dipendenti. Libero Gregoletto, presidente e ad di Luxy, infatti non ha dubbi: «Un dipendente che lavora in condizioni adeguate sicuramente da all’azienda risultati maggiori».



In barba alla recessione, vi preparate a inaugurare una sede ultramoderna della vostra azienda. Non sentite la crisi?

Non possiamo negare che la crisi ci sia. Il fatto che la nostra azienda sia molto orientata al mercato estero ci aiuta a sentirla di meno. Inoltre, attraverso la ricerca e l’innovazione, tentiamo di lavorare sul gusto oltre che sulle caratteristiche tecniche del prodotto.



Come vanno le cose sul mercato interno?

C’è una contrazione notevole e la nostra azienda ne risente. Fortunatamente recuperiamo sui mercati esteri. Negli ultimi quattro anni siamo passati da un 40% di vendite sul mercato estero e 60% in Italia a un 70% all’estero e 30% su quello interno.

All’estero dove siete presenti?

In particolare, nei paesi europei. Ma ci sono anche nuovi mercati nei quali cerchiamo di entrare.

Può fare qualche esempio?

Stiamo scoprendo il mercato africano che è interessante. Ci sono paesi, come l’Angola, dove sono stati scoperti giacimenti di gas o di petrolio e dove le multinazionali stanno investendo. Noi ci siamo concentrati su quei mercati e abbiamo vinto tender interessanti. Inoltre, stiamo ottenendo notevoli risultati anche sul mercato russo e in alcuni paesi dell’ex blocco dell’Est che ormai hanno le idee chiare su quello che può essere un prodotto disegnato.



Come nascono le partnership con i designer che collaborano con la vostra azienda?

Noi cerchiamo di identificare quelli che hanno una sensibilità vicina alla nostra e propongono innovazioni che possono interessare la nostra azienda. A volte questi contatti nascono casualmente, altre volte invece sono coltivati. Le faccio un esempio.

Prego.
Per parecchio tempo abbiamo coltivato il rapporto con lo studio Favaretto di Padova, uno tra i più quotati in Europa nel campo delle sedute per ufficio. Personale dello studio ha passato del tempo da noi in azienda e noi in studio da loro. Oggi siamo arrivati a concretizzare progetti interessanti, sia per lo studio che per noi, che porteremo avanti insieme in futuro.

Le vostre sedie non sono solo oggetti di design ma anche frutto della ricerca sul confort e l’ergonomicità. Concretamente cosa fate per lo sviluppo di nuovi prodotti?

La nostra è un’azienda che investe molto in ricerca e sviluppo. Luxy è rimasto uno dei pochi, veri produttori in Italia. Nella nostra fabbrica si effettua infatti la selezione e il taglio della pelle. Abbiamo la tappezzeria, trance e così via. Non siamo degli assemblatori, noi produciamo. Una delle caratteristiche che ci identifica rispetto alla concorrenza è la personalizzazione del prodotto.

 

Come ci si arriva?

Partiamo col designer e andiamo a identificare una forma sulla quale elaboriamo poi tutti gli aspetti tecnici ed ergonomici. Infine, investiamo sul prodotto

 

Cosa intende?

Generalmente non utilizziamo componenti disponibili sul mercato, ma andiamo a studiarci in dettaglio il singolo pezzo, ad esempio il bracciolo. Noi fabbrichiamo lo stampo così che il bracciolo sarà di design esclusivo Luxy e identificherà il nostro prodotto sul mercato rispetto ad altre marche. Lo stesso vale per gli altri elementi della sedia, quelli più importanti, come i meccanismi e i movimenti.

 

Uno studio svolto da Diomedea per Assufficio, che verrà presentato oggi a Treviso, dimostra che le imprese che investono in uffici di qualità migliorano le performance. Le risulta? Quanti lo fanno in un momento di crisi come questo?

Non c’è ombra di dubbio. Un dipendente che lavora in condizioni migliori, più adeguate rispetto all’ambiente che lo circonda sicuramente da all’azienda risultati maggiori. È chiaro che in questo momento di grande crisi molte aziende, forse la stragrande maggioranza, si dimentica di investire in questa direzione. Noi, volendo essere coerenti con quello che diciamo e facciamo ci siamo ispirati a questo criterio quando abbiamo iniziato a ristrutturare la sede dell’azienda.

 

Cos’avete fatto?

Ad esempio, ci siamo preoccupati che i nostri dipendenti ricevano un’abbondante quantità di luce dall’esterno, possano lavorare in grandi spazi, abbiano un costante ricambio d’aria, non solo grazie al condizionamento ma anche attraverso cupolini inseriti nel soffitto. E così via. Il modo tale che le persone che lavorano da noi, non solo quelle degli uffici ma anche i nostri collaboratori di fabbrica, si trovino a operare in ambienti funzionali e confortevoli. Abbiamo anche previsto spazi appositi dove nei momenti di pausa ci si possa rilassare. E abbiamo visto che questa cosa facilita enormemente la circolazione delle informazioni all’interno dell’azienda.

 

Il 28 settembre inaugurerete la nuova sede di Luxy a Lonigo (VI) con una mostra. Di cosa si tratta?

È una mostra dedicata alle sedute d’arte, un modo originale per apprezzare l’arte dove le tele sono state sostituite da sedie. Gli artisti che espongono le loro opere hanno utilizzato sedie dismesse o anche di nostra produzione progettate da designer famosi e le hanno trasformate da oggetto tra i più scontati della quotidianità in mezzo di espressione della creatività, senza limiti materici e stilistici.

 

Quale sarebbe lo scopo?

Mostrare, all’interno del ciclo produttivo, un modo diverso di vedere quello che facciamo tutti i giorni, le sedie.

 

Quali prospettive di sviluppo avete?

Contiamo di svilupparci ancora sul mercato estero. Certamente se ci fosse maggiore stabilità in economia le aziende italiane potrebbero crescere in maniera più serena e tranquilla.