Methis è un’azienda del gruppo Coopsette che realizza soluzioni per l’arredo d’ufficio. Si tratta di oggetti molto versatili che possono cambiare al variare delle esigenze. L’azienda si è specializzata nelle creazione di pareti verticali pensate appositamente per migliorare le condizioni dei luoghi di lavoro, garantendo ambienti sani e confortevoli, spazi più accoglienti e informali. Che hanno l’obiettivo di stimolare la creatività e lo scambio di informazioni. Con Methis collaborano design famosi come Jean Nouvel. Per Rossana Melegari, direttore operativo dell’azienda, è un lavoro faticoso «perché mette in crisi i grandi numeri. Però consente di creare cose meno omologate e più in sintonia con il gusto italiano, con la nostra capacità di essere riconoscibili. Che è quello che vogliono i nostri clienti: mostrare la propria identità anche attraverso i loro uffici».



Quanto investono oggi le aziende italiane per arredare i loro uffici?

Poco, ovviamente, per un produttore come siamo noi

Perché secondo lei?

In questi ultimi anni, per via della crisi, le aziende italiane hanno ridotto moltissimo i budget. Detto questo, un’azienda come la nostra, che da sempre investe in ricerca e sviluppo e cerca di costruire soluzioni ad hoc per i propri clienti, continua ad avere fra la sua clientela aziende interessanti che nonostante la crisi stanno investendo. Una delle nostre più recenti realizzazioni – le Cantine Antinori – è l’esempio principale di quello che le sto dicendo. Ci sono realtà, come anche la Perfetti Val Melle, che sono in controtendenza.



Investono solo quelle di grandi dimensioni?

No, per quanto ci riguarda abbiamo un ventaglio molto ampio di clienti. In Italia ci sono pmi che sono delle eccellenze nel loro settore e stanno guadagnando. E tra queste ce ne sono alcune che hanno l’esigenza di comunicare anche attraverso i loro uffici una visione coerente con la propria mission aziendale. Anche la pmi investe; la grande azienda evidentemente ha un impatto maggiore. Ma noi per fortuna abbiamo anche tanti clienti che non hanno grandi dimensioni e pur non essendo conosciutissime sono, come dicevo, eccellenze nel loro settore.

All’estero siete presenti?



Stiamo valutando business futuri. Da un paio d’anni, come tutte le aziende italiane, abbiamo l’esigenza di internazionalizzarci maggiormente rispetto a quanto fatto finora. Per noi l’estero è un elemento trainante. Abbiamo scommesso di aumentare la nostra quota export e ci stiamo progressivamente avvicinando al risultato.

Dove siete presenti?

Soprattutto negli Stati Uniti, dove abbiamo realizzato progetti interessanti a New York piuttosto che in Texas. Abbiamo contatti in Medio Oriente e stiamo iniziando a lavorare a Hong Kong e in Cina. Ci sono paesi dove la nostra presenza è ancora embrionale, in altri invece è a uno stadio più avanzato.

 

In media quanto arriva a spendere un’azienda per arredare uno spazio di medie dimensioni?

Non si può fare una media dal momento che lavoriamo sia con pmi che con grandi imprese. E poi perché, posizionandoci nella fascia medio-alta del mercato, i prodotti che realizziamo per i nostri clienti sono quasi sempre custom made. In più.

 

In più?

La parete, che è il nostro prodotto core, non è facile da collocare dentro un range di prezzo: abbiamo infatti prodotti che vanno dalla ceramica al vetro. I nostri clienti ci chiedono prodotti dedicati, con caratteristiche e prestazioni particolari. E noi, nel nostro continuo lavoro di ricerca, ci stiamo specializzando anche sulle finiture. Oggi molti dei nostri prodotti portano la firma di designer famosi, come Jean Nouvel.

 

Quando andate da un cliente, chi è il vostro interlocutore?

In genere si tratta del progettista, dell’architetto o del facility manager. Siamo abituati ad avere un colloquio con il cliente e, guardando il progetto, cerchiamo di interpretare quelle che possono essere le sue esigenze. Da lì costruiamo un percorso, un budget e il dimensionamento più adatto all’azienda.

 

Uno studio recente afferma che le imprese che investono in uffici di qualità migliorano le performance. Al contrario, in assenza di benessere la produttività diminuisce. Conferma? Che testimonianze avete?

Testimonianze ce ne sono. Ma è una cosa che viviamo innanzitutto sulla nostra pelle.

 

In che senso?

Nel senso che noi per primi cerchiamo di tenere viva la nostra sede. Per il cliente che viene a visitarci, ma anche per chi ci lavora. Sostanzialmente, quello che vale per l’abitazione vale anche per l’ufficio: quando hai un ambiente in sintonia con i risultati che devi portare, sei facilitato e sei portato a lavorare meglio. Non a caso i nostri clienti – almeno quelli che se lo possono permettere – costruiscono, sia internamente che esternamente, una scatola che ha le stesse caratteristiche del messaggio che si intende comunicare.

 

Cosa chiede la vostra clientela?

Le cose più disparate. Ma soprattutto ci chiede di essere all’altezza del nostro ruolo, di proporre cose non scontate, soluzioni sempre innovative e mai ripetitive. Ci chiede di proporre nuovi materiali, di essere flessibili nel costruire soluzioni ad hoc. Per le Cantine Antinori, ad esempio, abbiamo realizzato un prodotto esclusivo, che in base al progetto dell’architetto doveva essere tutt’uno con l’edificio.

 

Che difficoltà si incontrano a lavorare così?

È un’attività faticosa perché mette in crisi i grandi numeri. Però consente di creare cose meno omologate e più in sintonia con il gusto italiano, con la nostra capacità di essere riconoscibili, che all’estero è molto apprezzata. Quello che vogliono i nostri clienti è proprio questo: essere riconoscibili e mostrare la propria identità anche attraverso i loro uffici.

 

Su cosa state puntando?

Stiamo conducendo diversi studi per ottenere pareti sempre più performanti dal punto di vista tecnico e sempre più flessibili, che sappiano trasmettere il gusto italiano che intendiamo portare in giro per il mondo.