La Fondazione Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison per Fondazione Ucimu hanno rilasciato un dossier, intitolato ’10 verità sulla competitività italiana, focus sul settore machinery’. Il documento vuole rispondere ai recenti rating che danno l’Italia in un declino inesorabile. L’Italia invece è uno dei cinque paesi al mondo che ha un surplus commerciale manifatturiero superiore ai cento miliardi di dollari. Dal 2008 al 2013 l’export è cresciuto del 16,5% egli di Germania e Francia. Secondo Eurobarometro, poi, l’Italia avrà un green job di riconversione verde pari a quello di Germania e Francia insieme.



L’industria del machinery italiana con 53 miliardi di dollari di surplus nel 2012 e una stima di 70 miliardi per il 2013 è terza nella graduatoria internazionale. Su un totale di 496 paesi, la meccanica italiana è prima, seconda o terza al mondo in 235 casi. L’Italia, dicono gli estensori del documento, non è un Paese senza futuro: “Dobbiamo affrontare problemi che vengono da lontano, che vanno ben oltre il pesante debito pubblico. E la crisi mondiale si è innestata proprio su questi mali. Rimediare non è facile, ma non è impossibile. Basta guardare con occhi nuovi al Paese e avere chiaro quali sono i nostri punti di forza”. Ermete Realacci presidente di Fondazione Symbola, aggiunge che “in questo dossier c’è ben più che una replica a tanti falsi luoghi comuni. C’è un’idea di futuro per il l’industria meccanica che vale per tutta la nostra economia, esperienze che possono diventare l’avanguardia di un nuovo modello di sviluppo: più sapere e innovazione, meno risorse consumate e meno inquinamento, con ambiente e green economy che diventano driver del cambiamento”. 



Aggiunge Alfredo Mariotti, segretario generale di Fondazione Ucimu, società del Gruppo Ucimu che cura analisi dedicate all’industria costruttrice di macchine utensili, robot e automazione: “Il merito di questo documento è l’aver messo in luce in modo chiaro e evidente punti di forza e potenzialità del manifatturiero italiano e del machinery in particolare nel quale rientra il settore delle macchine utensili. L’immediatezza di questi dati ha convinto Fondazione Ucimu  “a adottare” questo dossier e utilizzarlo, anche e soprattutto, a supporto della promozione all’estero dell’industria italiana della macchina utensile, quarta nella graduatoria internazionale di produzione e terza in quella di export”. Infine Marco Fortis, direttore e vicepresidente di Fondazione Edison, spiega che “la straordinaria affermazione della meccanica italiana dimostra che il made in Italy ha saputo riposizionarsi in questi anni nella sfida della globalizzazione. Accanto ai tradizionali settori dell’alimentare e dei vini, dei beni per la persona e la casa, il made in Italy ha aggiunto altre frecce al suo arco, come la meccanica, i mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli e la farmaceutica”. 

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