“Non diamo all’Europa il nome delle nostre paure, non è colpa dell’Europa se in questi anni non siamo stati in grado di fare le riforme”, parola di Matteo Renzi. Il presidente del consiglio è intervenuto al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo. Reduce dall’incontro con Angela Merkel, Renzi rassicura circa il rispetto del vincolo del 3% tra deficit e Pil e alza l’asticella: “Il nostro orizzonte però è un’idea di crescita che porta l’Ue a dover fare una riflessione più approfondita sulla mancanza di crescita in Europa”. Ma per Francesco Forte, economista ed ex ministro delle Finanze, il problema è alla base, ed è quest’Europa trainata da una Germania egoista.



Italia ed Europa: siamo davvero sullo stesso piano come dice Renzi?

Non si capisce bene di quale Europa si parli. Se lui parla dell’Europa di Angela Merkel è una brutta notizia. Il problema gravissimo attuale è che la linea di politica economica sostenuta dalla Cancelliera (e dai socialdemocratici tedeschi) è completamente insensata. Renzi sbaglia moltissimo ad andare a mercanteggiare i punti tra Pil e deficit pubblico – cosa che tra l’altro ci danneggerebbe, visto che ci indebiteremmo -, quando c’è un’anomalia di fondo in questa politica economica dettata dalla Germania, che azzoppa quella continentale.  Invece…



Invece?

Renzi avrebbe dovuto far presente alla Merkel che questo modo di governare l’Europa è solo controproducente, di corte vedute, nonché isolazionista. Mi sa che Renzi non ha capito dove sta il problema. E nel frattempo, per esempio, che cosa fa? Fa questa mossa “di sinistra” di dare 80 euro a qualcuno in busta paga, tassando qualcun altro.

Perché gli ostacoli che fermarono il cammino di Monti (prima) e Letta (dopo) ora non sembrano più esserci? Perché adesso i soldi ci sono?

Le operazioni – più o meno sbagliate – di Monti e quelle – un po’ pasticciate – di Letta, hanno creato una finestra: Renzi vi si affaccia e gode l’aria, soprattutto grazie al tempo sereno attuale del mercato finanziario, che deriva dall’enorme flusso di capitali che fa scendere gli interessi sul debito pubblico. Ha dunque dei minimi spazi di manovra, fruendo dei piccoli vantaggio che i sacrifici degli ultimi anni hanno generato. Ma Renzi bluffa: i rimborsi dei debiti della Pa sono quelli segnati a bilancio da Letta e per quanto riguarda le riduzioni fiscali sono circa quelle della spending review di Saccomanni e Cottarelli (che saranno 8 miliardi di euro, massimo 10). Quali altri soldi in più ha? Nessuno. Fa solo propaganda, ma non per questo ci sarà una particolare maggiore crescita. E…



Renzi ha promesso qualcosa all’Europa?

Anche fosse, non ha ottenuto nulla, nulla! Nel caso in cui riuscisse a fare le riforme gli farebbero questo sconto su deficit. Uno sconto che, ripeto, è pericoloso: potrebbe far aumentare il debito. Rischiamo grosso, anche la procedura d’infrazione da parte della Bce. Per uno 0.2% non gli (e ci) conviene…

 

Non bisogna dare la colpa all’Europa per le nostre mancate riforme, dice Renzi, che aggiunge :“Il nostro orizzonte è un’idea di crescita che porta l’Ue a dover fare una riflessione più approfondita sulla mancanza di crescita in Europa”.

È vero. Bisogna dare all’Europa le colpe (molto maggiori) per gli ostacoli che pone alla politica monetaria d’espansione. La linea che si sta seguendo ora è però sbagliata: quella che si sta compiendo è un’operazione priva di senso logico, nella quale le mancanze italiane sono quasi risibili…

 

Dopo il bastone, ancora il bastone o la carota?

L’Europa, guidata dalla Germania, bastona noi, altri e soprattutto se stessa perseguendo questa politica economica ottusa. Ma la Germania stessa, che ha la mania di comandare, teme l’espansione degli altri mercati, cercando dunque di tenerli sotto chiave. Un ulteriore rischio è che poi l’Est inizi a guardare alla Russia, che cresce.

 

(Fabio Franchini)