Il tasso di cambio sfavorevole dell’euro rispetto altre monete, specialmente il dollaro, continua a essere un problema per l nostre imprese e il recente lieve calo di valore rappresenta “un minimo scostamento che non può avere nessun impatto e beneficio sulle nostre attività”. Lo ha detto Luigi Galdabini, presidente di Ucimu-Sistemi per produrre, secondo cui la questione del cosiddetto “super-euro” deve essere presa “in seria considerazione” da Bruxelles: “La situazione – ha spiegato Galdabini – sta infatti diventando insostenibile per chi, come i costruttori italiani di macchine utensili, vende fuori dai confini dell’Unione europea oltre il 66% del totale esportato e ha in Stati Uniti e Cina due dei tre principali mercati di sbocco”. 



Poi aggiunge: “Fino a che l’apprezzamento dell’euro è restato intorno al 3-4%, non abbiamo rilevato nessun problema: la nostra offerta, fatta di tecnologia e customizzazione del prodotto, era comunque inscalfibile presso gli utilizzatori di fascia alta. Oggi, invece, con un incremento costante del cambio, anche loro, penso ad esempio ai nostri clienti statunitensi, sono costretti a rivolgersi altrove; i nostri competitori sono così favoriti e le nostre commesse ferme al palo per il super-euro”. Non si tratta comunque di una spinta anti-europeista: “Crediamo fermamente nell’Unione europea e nella moneta unica – ha concluso Galdabini – ma proprio per questo ci aspettiamo una politica capace di sostenere il manifatturiero, colonna portante dell’economia dell’euro zona, e un ruolo più decisivo per la Bce affinché possa divenire realmente una banca di Area in grado di emettere moneta e contribuire così al riequilibrio delle valute, fattore dirimente per noi per competere alla pari dei concorrenti extra-Ue”.

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